“Carmen” di Bieito dirigé par Myung-Whun Chung

Presentata nell’allestimento che vinse a Palermo il Premio della critica musicale italiana Franco Abbiati per la miglior regia vista in Italia nel 2011, ecco nuovamente “Carmen” sul palcoscenico della Fenice di Venezia.

E’ difficile pensare a quest’opera, cui assistiamo nella regia di Calixto Bieito, come ad un “opéra-comique”, cioè quasi come un’operetta alla Offenbach: essa si presenta più che mai in questa produzione come un dramma lirico che non ha ancora finito di scandalizzare, come successe fin dal suo esordio.

Eccola dunque in un’ambientazione negli anni ’80 del Novecento in cui Alfons Flores immagina uno spazio scenico condito di sesso esplicito in cui si integrano perfettamente i costumi di Mercé Paloma e il disegno luci violente e solari di Alberto Rodriguez Vega.

Ad esaltare i colori di questa tragedia e a trascinarci nel fango intriso del sangue della spregiudicata sigaraia è la bacchetta decisa del maestro Myung-Whun Chung, a capo dell’orchestra del Teatro che lo asseconda con esiti orchestrali elettrizzanti e commoventi. Chung enfatizza il discorso musicale con prorompente incisività senza tuttavia compromettere il lirismo sensuale della musica di Bizet.

Non del tutto all’altezza del grande direttore, il cast. Veronica Simeoni dà voce e corpo a Carmen, ma malgrado il colore caldo della voce e la tecnica sicura non riesce a coinvolgerci del tutto nel dramma. Roberto Aronica, Don Josè, fatica negli acuti pur dando una prova soddisfacente dal punto di vista dello scavo del personaggio. Pallido l’Escamillo di Vito Priante che, dotato di un interessante mezzo vocale, può ottenere risultati migliori in altri ruoli. Su tutti ha torreggiato comunque Ekaterina Bakanova, che in questa produzione è stata una Micaëla diversa, vale a dire né mite né ingenua che ci ha ammaliato con un’ interiorizzata espressività e con le mezzevoci seducenti del suo strumento omogeneo e pastoso.

Completano il cast Armando Noguera, Le Dancaïre; Loïc Félix, Remendado; Laura Verrecchia, Mèrcedès; Claudia Pavone, Frasquita nonché Matteo Ferrara, Zuniga e Francesco Salvadori, Moralès. In un’opera come “Carmen” il coro riveste un ruolo fondamentale sia dal punto di vista musicale che registico: sia il coro del teatro, diretto da Claudio Marino Moretti, che i Piccoli Cantori Veneziani diretti da Diana D’Alessio ci hanno offerto un brillante risultato con punte di eccellenza.

La taverna dei contrabbandieri, le danze e il vino, manifestazioni dello spirito ribelle di Carmen, sono evocate dalle beffarde e inquietanti apparizioni silenziose di Cesare Baroni, bravo attore che interpreta Lillas Pastia. Ottimo successo, con applausi agli interpreti e acclamazioni per il maestro Chung.

http://www.teatrolafenice.it/site/index.php

Pubblicato da Marina Bontempelli

Veneziana, dopo il diploma di maturità ha compiuto gli studi musicali al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia dove ha conseguito il diploma in canto lirico. Svolge regolarmente attività musicale come cantante lirica di opera e concerti in Italia e all’estero, dedicandosi contestualmente all’insegnamento. Ha registrato per RaiEdu magazzini Einstein il documentario “Organi storici a Venezia”, ha partecipato al Festival di Spoleto, al Festival di Valtidone e due volte al Festival Galuppi. Dal 2013 pubblica regolarmente recensioni musicali sulla rivista on-line Agoravox Italia.

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