Il rogo della Repubblica d’Andrea Molesini

Il rogo della Repubblica è la nuova opera di Andrea Molesini, romanzo con fondo storico abitato da personaggi frutto della sua feconda immaginazione. L’autore è partito da un evento storico realmente accaduto, nel lontano 1480 ai tempi della Serenissima,  per creare una storia avvincente che vi diletta dall’inizio fino alla fine. Vi si incontrano dei cari personaggi romaneschi che vi accompagnano durante tutto il racconto, una scrittura colorata, concisa, che rende vivo il contesto in cui si svolge, uno stile truculento, direi addirittura rabelesiano, che parla ai sensi e descrive la cruda realtà.

Sono rimasta colpita della sapienza di Andrea sulla Giustizia veneziana, come era organizzata ai tempi della Serenissima. Si sente che ha studiato con cura la materia, consultando sia gli archivi del Senato che i migliori documenti sulla questione per essere perfettamente aderente alla realtà storica di questo singolare processo, che ha realmente avuto luogo e di cui gli atti sono rimasti negli archivi del Senato Veneziano.

Si tratta dunque di un materiale difficile da decifrare, redatto in un latino medievale, il tutto manoscritto. Altra chicca stilistica di Andrea: la scelta di utilizzare nel suo romanzo parole che erano in uso nel 1480. Il risultato: un romanzo memorabile, da leggere per tutti gli appassionati di romanzi storici ubicati nei tempi della nostra amata Serenissima. Non ne sarete delusi.

Trama

Nel 1480, in un piccolo paese del trevigiano, Portobuffolè, sparisce un bambino. L’archisinagogo Servadio e altri due ebrei vengono accusati di averlo ucciso per impastare col suo sangue le focaccine pasquali. Torturati e condannati a morte per infanticidio rituale, fanno ricorso e il processo si riapre davanti al Senato di Venezia.

Boris da Candia, spia della Repubblica di San Marco, avventuriero ma anche colto umanista, è investito di una missione segreta. Venezia è appena uscita da una guerra contro i turchi e dalla peste. Il malcontento si diffonde. Il francescano Bernardino da Feltre, con le sue prediche infuocate, fomenta nel popolo l’odio contro gli ebrei, perché il suo ordine religioso vuole sostituire i loro banchi dei pegni con quelli del Monte di Pietà. Il doge Giovanni Mocenigo, per motivi economici e di ordine pubblico, emana una bolla che proclama la tolleranza e impone il rispetto degli ebrei, cittadini laboriosi e fedeli alla legge, ma ciò non basta a moderare il livore plebeo istigato dal feroce predicatore.

Boris da Candia, un Corto Maltese arguto con un grande cuore, nel corso delle sue indagini incrocia una maga, che diventerà la sua compagna, accompagnata da suo figlio Paolo, falso sordomuto per comodità e Giovanni, un monello di strada in gamba, che lo aiuta nella vita quotidiana. Ma è il dialogo con Servadio che lo segna, perché l’archisinagogo, sapiente e mite, si rivela uomo di tale travolgente spiritualità da far vacillare il miscredente avventuriero, e questo genera in Boris una inaspettata sete di giustizia.

L’autore

Andrea Molesini è uno scrittore, nato a Venezia dove vive tuttora. Ha curato e tradotto opere di poeti americani: Ezra Pound, Charles Simic, Derek Walcott. Ha scritto anche storie per ragazzi tradotte in varie lingue.

“Sono nato e cresciuto in un luogo d’acqua. L’acqua verde buia dei canali, che sa di cicoria bollita, di detersivo e di fogna. L’acqua della laguna aperta, che in estate prende il colore dell’erica delle barene e sa di pesce e di uccelli lenti come le darsene coi pescherecci. Le acque del Sile e del Brenta che per un poco si mantengono dolci prima di cedere alla salinità che il mare impone alla laguna. Acque differenti, le une ostili alle altre, che si mescolano e contendono lo spazio secondo tempi e modi che sfidano le leggi della fisica per sconfinare nel sortilegio.

E sopra l’acqua la pietra. La pietra di una città fitta di case e di osterie, di comignoli e di gatti, di uccelli e di vento e di nebbia e di scorci di bellezza toccante e di raffiche maleolenti. C’è anche la pietra delle isole, ridotte dall’abbandono a tane di falchi e gabbiani, di serpi, di contrabbandieri e di ratti più lunghi di un avambraccio.

Sono nato e cresciuto in un luogo scolpito nella lentezza, fatto di spazi ridottissimi, calli strette, case che si toccano, turisti che intasano i sottoporteghi, barche che nei canali a stento sfilano le une accanto alle altre senza toccarsi. Scolpito nella lentezza, dicevo, perché fuori, sulle paludi ferme e immense che circondano la pietra abitata c’è un altrove senza echi percorso da uomini lenti che vogano alla valesana. C’era, dovrei dire, perché oggi vedo più barchini rombanti che altro. E questa è una catastrofe, perché Venezia è una città di suoni, non di rumori. Si sentono i gatti miagolare e si sentono i tacchi a spillo sui masegni. Il rumore dei motori è relegato ai canali, una maglia di vie ancora abbastanza silenziose e percorse dalla lentezza (le barche, anche quelle a motore, grazie a dio non hanno i freni).”

©Hélène Sadaune

 

Per ordinarlo:

https://www.ibs.it/rogo-della-repubblica-libro-andrea-molesini/e/9788838941979?lgw_code=1122-B9788838941979&gclid=EAIaIQobChMI8IeA5J_h9wIVkbh3Ch1xwAvmEAQYASABEgL7fPD_BwE

 

https://www.lafeltrinelli.it/rogo-della-repubblica-libro-andrea-molesini/e/9788838941979?lgw_code=50948-B9788838941979&awaid=9507&gclid=EAIaIQobChMI8IeA5J_h9wIVkbh3Ch1xwAvmEAQYAyABEgLYNvD_BwE

 

https://www.amazon.it/rogo-della-Repubblica-Andrea-Molesini/dp/8838941971/ref=asc_df_8838941971/?tag=googshopit-21&linkCode=df0&hvadid=499033181236&hvpos=&hvnetw=g&hvrand=2461500320497378302&hvpone=&hvptwo=&hvqmt=&hvdev=c&hvdvcmdl=&hvlocint=&hvlocphy=1008463&hvtargid=pla-1278171412728&psc=1

Pubblicato da Hélène Sadaune

Master II d'Histoire Moderne de la Sorbonne Paris IV, j'ai travaillé pendant plus de 20 ans pour la C.E. Résidente depuis plus de trente ans à Venise, guide conférencière à Paris et Venise, je suis une passionnée de la civilisation vénitienne et de cette ville hors-norme. Comptez sur moi pour vous tenir informé!

error: You are not allowed to print preview this page, Thank you