Palazzo Loredan, De Visi Mostruosi e caricature, da Leonardo Da Vinci a Bacon

Giovan Paolo Lomazzo, 1560 c., testa grottesca di donna volta verso destra, Milano, collezione privata

 

De Visi Mostruosi e caricature, da Leonardo da Vinci a Bacon

Dal 28 gennaio fino al 27 aprile 2023 a Palazzo Loredan, campo Santo Stefano di Venezia, una nuova mostra sulle caricature mostruose da Leonardo Da Vinci a Francis Bacon. Un percorso affascinante di teste caricate e grottesche partendo da Leonardo Da Vinci alle caricature di Anton Maria Zanetti e Giambattista Tiepolo nella Venezia del XVIII secolo per finire con Francis Bacon.

Una straordinaria mostra organizzata dalla Fondazione Giancarlo Ligabue, tra volti deformati, esagerazioni anatomiche, indagini fisiognomiche, figure caricaturali e gallerie di “caratteri umani”. Sono anche esposti 18 disegni autografi di Leonardo Da Vinci,  compresi – per la prima volta in Italia – alcuni fogli della Collezione del Duca di Devonshire. “De’ visi mostruosi non parlo, perché senza fatica si tengono a mente” così si legge tra le annotazioni di Leonardo da Vinci nel Codice Atlantico e nel Trattato della Pittura. Il nuovo ambizioso progetto dell’istituzione guidata da Inti Ligabue – in programma nella città lagunare a Palazzo Loredan-Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti dal 28 gennaio al 27 aprile 2023 – ci proietta in un mondo collaterale rispetto al bello, al sublime o all’ideale oggetto privilegiato dall’arte.

Leonardo Da Vinci, Testa grottesca di donna di profilo verso sinistra 1490-1500 c. Penna, inchiostro, collezione Ligabue

L’obiettivo dichiarato della mostra curata da Pietro Marani, tra i più autorevoli studiosi di Leonardo – affiancato da un comitato scientifico di prestigio con Alessia Alberti, Luca Massimo Barbero, Paola Cordera, Inti Ligabue, Enrico Lucchese, Alice Martin, Alberto Rocca, Calvin Winner – non è tanto indagare come e perché si sviluppi il genere della caricatura, o meglio della deformazione e trasformazione dei tratti fisiognomici (dalla crisi dell’Umanesimo alla crisi della Serenissima), quanto rendere evidente l’esistenza di una linea di continuità “settentrionale” in quest’ambito; che, partendo appunto dai “visi mostruosi” di Leonardo e dalle “pitture ridicole” dei Lombardi, assunte le esperienze del naturalismo carraccesco, fiorirà in laguna nella prima metà del Settecento.

Leonardo Da Vinci, 1490 c., Testa caricata e busto di profilo d’uomo verso sinistra, Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Pinacoteca di Milano

Oltre 75 le opere in mostra da musei e collezioni private internazionali – dal Musée du Louvre di Parigi alle Civiche Raccolte d’Arte del Castello Sforzesco, dalle Gallerie degli Uffizi alla Staatliche Kunstsammlungen di Dresda, dal Designmuseum Danmark alle Gallerie dell’Accademia di Venezia fino al Sainsbury Centre for Visual Arts della University of East Anglia di Norwich, per citarne alcuni – con un incredibile nucleo di 18 disegni autografi leonardeschi, prestati eccezionalmente dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana, dalla Pinacoteca di Brera e – per la prima volta in Italia – dalla Devonshire Collections di Chatsworth, oltre alla nota “Testa di Vecchia” in Collezione Ligabue.

Prestiti che danno vita a un percorso di altissimo livello, che partendo dal sommo da Vinci giunge alla Venezia di Anton Maria Zanetti e dei Tiepolo, passando per Francesco Melzi, Giovan Paolo Lomazzo, Aurelio Luini, Donato Creti, Giuseppe Arcimboldi, ma anche Carracci e Parmigianino, tra i tanti autori esposti.

Battista Franco, Due teste grottesche, 1550-1560 circa, Acquaforte, 120×152 mm, Firenze, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi, inv. 2436 st.sc.

Un tema coinvolgente e dai molteplici risvolti quello dell’alterazione o deformazione della fisionomia, che inevitabilmente assume nel Novecento nuovi significati potentemente evocati nel capolavoro di Francis Bacon -”Tre studi per un ritratto di Isabel Rawsthorne” – in chiusura.

Anche questa esposizione ci induce a riflettere sulla nostra umanità” spiega Inti Ligabue, Presidente della Fondazione Giancarlo Ligabue. “In un modo certamente “diverso” rispetto a quanto fatto negli anni passati con le mostre di taglio archeologico, antropologico ed etnografico dedicate a culture e civiltà lontane, ma sempre aperti alla conoscenza e alla comprensione della società, dei suoi valori, delle sue espressioni culturali. È l’Uomo al centro dei nostri interessi; Venezia è il punto di partenza e di ritorno delle nostre esplorazioni e delle nostre ricerche e la voglia di scoprire e di condividere è il motore della nostra Fondazione”.

Leonardo Da vinci, Cinque teste grottesche, 1493 circa, Windsor, Royal Library, inv. RCIN 9122400

All’inizio fu Leonardo. Per giungere alla caricatura, che esplode nel Settecento in laguna intrecciandosi in maniera assai peculiare con la grande tradizione musicale e teatrale veneziana, la mostra a Palazzo Loredan non poteva che partire dal grande da Vinci. Se pure non possano definirsi caricaturali i disegni di Leonardo, ovvero diretti allo scherno, all’ironia o al sorriso, certamente le sue “teste caricate”, l’esasperazione dei tratti somatici, gli studi fisiognomici dei caratteri umani e dei “moti mentali”, la strenua analisi della deformazione a rimarcare una volontà di realismo, ma pure doti morali o virtù particolari al di là dei difetti fisici o dei segni del tempo – non possono non aver influenzato e ispirato questi esiti settecenteschi.

Giambattista Tiepolo (1696-1770), Caricatura di uomo seduto di profilo e di profilo con un foglio in mano” 1755-1760. Gabinetto dei disegni Castello Sforzesco, Milano.

Pensiamo all’immediata fortuna dei suoi studi, ai tanti imitatori e seguaci attivi in laguna come Giovanni Agostino da Lodi o Giovan Paolo Lomazzo, alle riproduzioni nei secoli successivi e soprattutto alla ripresa leonardesca cui si assiste a Venezia, nei primi decenni del XVIII secolo, presso i maggiori artisti e collezionisti come Anton Maria Zanetti, “capostipite” della caricatura veneziana, e il nobile Zaccaria Sagredo.

La nota su Zanetti che appare nelle pagine manoscritte anteposte all’Album Cini – di cui sono in mostra alcuni importanti fogli – segna per il curatore Pietro Marani la pista da seguire per proporre innovativamente una linea tosco-lombarda e propriamente leonardesca nell’ispirazione dell’artista, accanto alla nota formazione emiliana pure ricordata in mostra attraverso i disegni e le grottesche di Creti, di Carracci (dalla Collezione del Duca di Devonshire anche l’unico disegno di Annibale Carracci proveniente dall’eredità Burlington) e della cerchia di Parmigianino.

Giambattista Tiepolo (1696-1770), Caricatura di gentiluomo seduto, di profilo a sinistra, 1755-1760, penna e inchiostro bruno e nero, pennello e inchiostri bruno e nero diluiti, su carta con tagli obliqui agli angoli, contornata a penna e controfondata, 166 x 122 mm. Gabinetto dei Disegni, Castello Sforzesco, Milano © Gabinetto dei Disegni, Castello Sforzesco, Milano

Sappiamo – come ci ricorda Marani – della presenza di Leonardo a Venezia nel 1500, breve ma significativa se pare abbia influito sulla pittura di Giorgione e sui lavori di Dürer, sappiamo che in laguna deve essere stato più volte anche Giovan Paolo Lomazzo, erede dei manoscritti di Leonardo e guida goliardica degli artisti riuniti nell’Accademia della Val di Blenio; sappiamo infine dell’arrivo acclamato e fragoroso, nel 1726 nella collezione di Zaccaria Sagredo, di cartoni originali di Leonardo provenienti dai Casnedi di Milano: un’acquisizione esaltante che lo stesso Zanetti riferisce nella sua corrispondenza. Ma sono soprattutto le amicizie, le frequentazioni parigine e milanesi, la ricca biblioteca dell’artista veneziano a motivare la conoscenza dei disegni di Leonardo, diretta e indiretta, e l’influenza del da Vinci su Anton Maria Zanetti e sugli artisti della Serenissima.

A parte il legame di Zanetti con i Trivulzio e la frequentazione del “clan Zanetti-Carriera” con l’ambiente milanese e con i patrocinatori dei Clerici, committenti di Gian Battista Tiepolo, determinante dovette essere la presenza a Venezia di Pierre Crozat nel 1716 e di Pierre Mariette nel 1718-1719, con i quali Zanetti entrò presto in confidenza. Furono loro a indurre il veneziano a fare un viaggio a Parigi nel 1720 insieme a Rosalba Carriera e ad Antonio Pellegrini, proseguito poi a Londra e nelle Fiandre; fu Crozat a possedere per alcuni decenni celeberrimi disegni a pennello su tela di lino di Leonardo, indicati precedentemente come lavori di Dürer ma riconosciuti dallo stesso Mariette come autografi del Maestro; fu Pierre Mariette ad acquistare un famoso Album con copie delle caricature di Leonardo, al tempo ritenute originali, molte delle quali, per altro, tratte dai disegni autografi di da Vinci conservati ora nelle Collezioni del Duca di Devonshire a Chatsworth, di cui questa mostra espone ben dodici esemplari.

Leonardo Da Vinci, testa grottesca, 1495-1505 c. Devonshire Collections

Possibile che di tutto questo non abbiano discorso i due francesi con Zanetti? La domanda aleggia nell’esposizione e nel catalogo edito da Marsilio: possibile che egli non abbia visto e “annotato” tali opere? Se a questo – sempre seguendo il ragionamento del curatore – aggiungiamo che nell’inventario della biblioteca di Zanetti compare proprio una copia dell’Album Mariette, inciso nel 1730 dal Conte di Caylus, così come il Trattato della pittura di Leonardo nell’editio princeps, ovvero quella stampata a Parigi da Raphael du Fresne nel 1651, ma anche l’Idea del Tempio della Pittura del Lomazzo pubblicata nel 1590 a Milano, in cui egli ricorda i “visi mostruosi” del da Vinci, e il suo Trattato dell’arte della Pittura – tutti volumi ed edizioni esposti in questa occasione – allora gli indizi possono diventare prove.

Leonardo Da Vinci, testa grottesca, 1495-1505 c. Devonshire Collections

I visitatori si potranno divertire nel notare come il gesto sintetico di certe caricature di Giambattista Tiepolo, ma anche quelle dello Zanetti, richiamino quella che può considerarsi l’unica vera caricatura di Leonardo esistente – quella di un “Chierico” in cui furbizia, arguzia e derisione si sposano perfettamente in pochi tratti – anch’essa eccezionalmente in mostra grazie alla generosità della Veneranda Biblioteca Ambrosiana; e come nasi esagerati, menti sporgenti, seni prorompenti, teste con parrucche siano di matrice leonardesca o comunque rivelino prototipi poi ripresi e variati dagli autori leonardeschi come Melzi, Battista Franco, Lomazzo, Figino: fra tutti la “caricatura di uomo con cappello conico” che ritroviamo nell’ “Homo ridiculo” di ambito del Lomazzo prestato dall’Accademia Carrara di Bergamo, che trova un’eco nei lavori di Brambilla, Figino e Arcimboldo esposti in mostra.

 

Leonardo da Vinci (1452-1519), Testa caricata e busto di profilo d’uomo verso sinistra, 1490 circa, punta metallica, penna e inchiostro seppia su carta, incollata su carta di supporto, 153 x 112 mm. Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Pinacoteca-Milano ©VENERANDA BIBLIOTECA AMBROSIANA /MONDADORI PORTFOLIO/ G. Cigolini

La mostra si chiude con uno scatto in avanti, un superlativo trittico dell’artista Francis Bacon datato 1965: Tre studi per un ritratto di Isabel Rawsthorne prestati dal Sainsbury Centre-University of East Anglia di Norwich. Un invito a riflettere su come nel Novecento questa via dell’arte, di antica provenienza, prosegua assumendo nuovi significati, conducendo lo studio della natura umana alla destrutturazione, alla deformazione e alla manipolazione della forma, per manifestare l’interiorità e l’inconscio.

Francis Bacon (1909-1992), Tre Studi per il ritratto di Isabel Rawsthorne, 1965 Olio su tela Ogni pannello: 35,5 x 30,5 cm. Complessivo 47 x 115,5 cm Sainsbury Centre for Visual Arts, Norwich UEA 37 © The Estate of Francis Bacon. All rights reserved, DACS/ SIAE /Artimage 2022 Photo: Prudence Cuming Associates Ltd

Informazioni:

https://www.fondazioneligabue.it/it/mostre/de-visi-mostruosi-e-caricature/12

Sul catalogo Marsilio Editore:

https://www.marsilioeditori.it/libri/scheda-libro/5463084/de-visi-mostruosi-e-caricature

 

 

Pubblicato da Hélène Sadaune

Master II d'Histoire Moderne de la Sorbonne Paris IV, j'ai travaillé pendant plus de 20 ans pour la C.E. Résidente depuis plus de trente ans à Venise, guide conférencière à Paris et Venise, je suis une passionnée de la civilisation vénitienne et de cette ville hors-norme. Comptez sur moi pour vous tenir informé!

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