C’è un ritratto di fanciulla vestita da Diana il cui diametro misura poco più di cinque centimetri. Un ovale, volto di giovanotto di metà Ottocento, misura 3,1 x 2,4 centimetri. Poco più grande (9,9 centimetri di diametro) è il ritratto della duchessa d’Albany Charlotte Stuart (1753-1789). Diametro di 8,3 centimetri per quello del celebre attore di teatro Francois–Joseph Talma (1763-1826). Queste ultime due opere sono forse le più pregevoli – per l’elevata qualità esecutiva – di una generosa donazione che Paola Sancassani, veronese di nascita ma veneziana d’adozione e grande appassionata di storia, ha fatto alla Fondazione Musei Civici di Venezia. Quale collocazione migliore di una saletta del Museo Correr collegata all’Ala Napoleonica? Scelta non casuale perché, oltre alla donazione, la Sancassani ha temporaneamente messo a disposizione del Correr anche una selezione di altre miniature e oggetti comunque preziosi (un sigillo, due piccoli busti, alcune preziose monete …) che celebrano la figura di Napoleone e le sue imprese.
In mostra dunque al Museo Correr importanti testimonianze della raffinata arte della miniatura che vanno ad arricchire un patrimonio già presente fra i tesori dei musei civici veneziani. Si tratta di opere di fattura principalmente italiana, ma anche di scuola francese e inglese, datati dalla fine del Settecento alla metà dell’Ottocento.
La miniatura, specializzazione artistica che nel XIX secolo fu molto ricercata e apprezzata, è un genere di pittura “in piccolo”, dove si impiegano, soprattutto sull’avorio, colori diluiti nell’acqua di gomma arabica, si punteggiano solamente gli incarnati e si dipingono a guazzo i panneggi e gli sfondi. Minuscole immagini che ricordano per certi versi le effigi sulle medaglie, con una differenza fondamentale: se le medaglie servivano a celebrare pubblicamente il soggetto rappresentato, le miniature erano destinate ad una sfera più intima, legata al ricordo o al pegno affettivo. Ogni ritratto ha una sua storia, a volte anche pettegola. Fra le opere in mostra, il ritratto della marchesa Clementina della Rovere Guasco di Castelletto. Si dice fosse una delle amanti di Cavour. Era per lui questa piccola, delicata immagine?
Sia come sia, ad ognuno la ricerca di collegamenti e richiami. Oltre a quello propriamente artistico, anche questo è un motivo d’interesse. La donazione Sancassani è diventata lo spunto per la realizzazione di un importante catalogo, ancora in preparazione ma ormai in dirittura d’arrivo, sull’intera collezione dei ritratti in miniatura della Fondazione Musei Civici di Venezia.