Maria Egiziaca di Ottorino Respighi al Malibran

Maria Egiziaca di Ottorino Respighi al Teatro Malibran di Venezia

Maria Egiziaca di Ottorino Respighi è andato in scena al Teatro Malibran dal 8 al 16 marzo 2024 nell’ambito della Stagione Lirica e Balletto 2023-2024, titolo di rarissima esecuzione – l’ultima volta a Venezia risale al 1956 – il «mistero» in tre episodi, su libretto di Claudio Guastalla, è stato presentato in un nuovo allestimento della Fondazione Teatro La Fenice con la regia, le scene e i costumi di Pier Luigi Pizzi e con Manlio Benzi alla testa dell’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice e di un cast composto da Francesca Dotto nel ruolo eponimo con Vincenzo Costanzo, Simone Alberghini, Luigi Morassi, Ilaria Vanacore e William Corrò. La prima di venerdì 8 marzo 2024 è stata trasmessa in differita Rai Radio3.

L’opera si ispira a una leggenda medioevale, narrata nell’anonimo poema agiografico Vida de Santa Maria Egipciaca: prostituta in gioventù, che improvvisamente sente l’impulso irrefrenabile di recarsi a Gerusalemme. Qui si pente dei suoi peccati, dopodiché – indotta da un angelo – si ritira nel deserto, vivendo in preghiera fino all’approssimarsi della morte, assistita nei suoi ultimi momenti da un monaco santo, Zosimo, che poi provvede a seppellirla con l’aiuto di un leone. La partitura, densa di arcaismi, con echi di canto gregoriano, musica rinascimentale e monteverdiana, debuttò in forma di concerto alla Carnegie Hall di New York il 16 marzo 1932, mentre fu proposta per la prima volta in versione scenica al Teatro Goldoni di Venezia sempre nel 1932.

 «Maria è una prostituta, che nei suoi giovani anni non si è risparmiata, ma che sulla via di Damasco sente una chiamata divina e vuole redimersi – spiega il regista Pier Luigi Pizzi –. Dunque intraprende un viaggio a Gerusalemme per prendere su di sé il sacrificio di Cristo, ne affronta il portato sacrificale e umano e infine muore in odore di santità. All’inizio Maria incontra un pellegrino che vuole impedirle di salire sulla nave perché la considera indegna peccatrice. Tuttavia lei riesce a partire seducendo i marinai. È questa la sua prima fase esistenziale legata alla carne.

Poi arriva a Gerusalemme e davanti al tempio incontra un lebbroso, un povero e una cieca, come lei in atto di redenzione. Nuovamente scacciata dal pellegrino, è invece guidata da un angelo sulla via del pentimento e della penitenza. Dopo anni di solitudine e di astinenza nel deserto, giunta alla fine della sua esistenza trova un monaco eremita che la assolve dal peccato e la assiste nel transito. In poco più di un’ora di musica la protagonista passa da uno stato di sfrontata bellezza a quello di vecchiaia impietosamente consunta da quarant’anni di digiuni nel deserto. Le indicazioni che si ricavano dal libretto, ci raccontano che nell’ultima sua apparizione è completamente nuda. In questo momento, alla vigilia dell’inizio delle prove vere e proprie – continua Pizzi – sono alla ricerca di immagini che corrispondano a ciò che la musica suggerisce e che servano a orientare il pubblico nella definizione del tempo e dei luoghi dell’azione: l’Egitto, la Terra Santa, il deserto ».

«Dal punto di vista musicale si tratta di una partitura estremamente succulenta – ha dichiarato il direttore Manlio Benzi –. Ci sono tre pannelli, ognuno dei quali ha una sua decisa e specifica tinta musicale, che poi è anche drammaturgica. E senza soluzione di continuità i passaggi da uno all’altro sono costituiti da due meravigliosi ponti di interludio strumentale. È un’opera eminentemente sinfonica, che utilizza un’orchestra sostanzialmente da camera, estremamente ricercata e sintomatica nelle scelte strumentali, mai scontate: ci sono i legni, due clarinetti, due corni, due tromboni, un clavicembalo… Gli strumenti sono scelti in modo assai oculato, avendo il compositore le idee assolutamente chiare sulle tinte musicali che voleva mettere in campo. Perciò oltre ai tre atti, incontriamo questi due ampi interludi strumentali, che richiamano ancora una volta la natura sinfonica dell’opera. La prima peculiarità di questo lavoro di Respighi è il fantastico equilibrio del tutto. Quest’ora abbondante di musica è perfettamente proporzionata nelle relazioni tra le sue parti. Così come altrettanto curata e calligrafica è la struttura strumentale».

Il cast del nuovo allestimento veneziano di Maria Egiziaca è composto da Francesca Dotto nel ruolo del tiolo; Vincenzo Costanzo nel doppio ruolo del marinaio e del lebbroso; Simone Alberghini in quelli del pellegrino e dell’abate Zosimo; Luigi Morassi in quelli di un altro compagno e del povero; Ilaria Vanacore in quelli della cieca, e della voce dell’angelo; William Corrò in quello della voce dal mare. Maestro del Coro Alfonso Caiani.

www.teatrolafenice.it

Pubblicato da Hélène Sadaune

Master II d'Histoire Moderne de la Sorbonne Paris IV, j'ai travaillé pendant plus de 20 ans pour la C.E. Résidente depuis plus de trente ans à Venise, guide conférencière à Paris et Venise, je suis une passionnée de la civilisation vénitienne et de cette ville hors-norme. Comptez sur moi pour vous tenir informé!

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