The Passenger – Venezia

Incuriosita dal libro dedicato alla città di Venezia dalla collezione The Passenger, ho voluto leggerlo, sperando di trovarci un racconto onesto e fedele alla sua realtà odierna. Non sono stata delusa. L’Editore milanese Iperborea ha saputo dare la parola ai dei veneziani DOC o di adozione, per poter avvicinarsi a quello che i pochi residenti-resistenti rimasti pensano davvero e risentono nella loro vita quotidiana.  Preciso che faccio parte di questi pochi più di 49.000 residenti della Venezia storica, approdata a Venezia negli anni ’90 come l’autrice Anna Toscano e felicemente rimasta. Il mio status di residente pluridecennale mi permette di capire subito se ci sono le solite frottole servite per addormentare il pubblico in cerca di rassicurazioni, o no. Invece mi sono ritrovata praticamente d’ accordo con tutti, nei racconti e dichiarazioni degli autori.

Troviamo in questo libro veritiero undici autori che parlano di Venezia, ciascuno da un punto di vista diverso, com’è diversa la vita, i vissuti di ciascuno di noi. Ma tutti parlano con il cuore di un aspetto di Venezia che ha vissuto in prima persona, che sta vivendo, si sente tutto il loro amore per la loro città e ci dicono quello che auspicano per il futuro di Venezia, prima di estinguersi, per mancanza di residenti. Perché questo è ormai il problema numero uno di Venezia oggi. Una città che si svuota per colpa dell’ over-turismo.  Una città senza residenti è una città fantasma, una città morta, un parco attrazione senza anima. Sono gli abitanti, permanenti come provvisori, che danno vita a Venezia, non i milioni di turisti che arrivano e ripartono ogni 3 giorni, in un misto di confusione con l’andar rivieni del turismo di massa.

D’altronde, non credo che i turisti sarebbero cosi attratti da Venezia quando non ci sarà più nessun residente o quasi,  o solo dei figuranti o dei professionisti come a Disneyland. Non è quello che cercano, almeno per i turisti europei. Bisogna avvertire il Sindaco di Venezia che cosi facendo il trend dei visitatori crollerà. E cosi le rendite del Bancomat Venezia per tutta la Provincia di Venezia, che alimenta tutta la Terra Ferma veneziana, i sei comuni della Venezia Metropolitana (Venezia- Murano- Burano; Lido-Pellestrina; Mestre-Carpanedo; Favaro Veneto; Marghera; Chirignago- Zelarino). Finirebbero le uova d’oro per tutti, mentre a Venezia città storica finalmente si potrebbe spendere nel sociale (praticamente tutte le case del comune a prezzo contenuto sono in Terra Ferma mentre a Venezia la maggioranza rimane chiusa, per non dover pagare il restauro) alla sanità, fare delle leggi per rendere la sua dignità alla città (contro i negozi devoti soltanto al turismo di massa come un numero abnorme di bar ecc.) costruire delle case di riposo per i nostri anziani che sono molto numerosi a Venezia ecc. Un piano sociale esiste in Terra Ferma mentre Pantalone rimane quasi nudo malgrado la sua ricchezza.

©Hélène Sadaune

Con questo libro farete un Tour completo della realtà veneziana di oggi: l’industria della raccolta e riciclaggio dei rifiuti urbani indotti dal turismo di massa a Venezia, curato da un Tiziano Scarpa mordente ma ultra documentato, la storia dell’esodo dal dopoguerra a oggi della popolazione veneziana verso la Terra Ferma, vera bonifica umana pianificata dall’alto, che si è avverato lo strumento maggiore della morte lenta di Venezia, di Clara Zanardi,  le forze vive della città essendo state praticamente espulse sulla TF, lasciando a Venezia gli estremi sociologici della popolazione veneziana. i ricchi che si possono permettere di comprare una casa a Venezia o i poveri che non possono essere sfrattati dal loro alloggio popolare. La classe economica la più attiva, la classe media, la linfa laboriosa di Venezia, è stato rilegata a Mestre-Marghera e provincia.

Dopo un richiamo storico interessantissimo dello storico Alessandro Marzo Magno, sulle imprese titaniche degli antichi veneziani che fin dal medioevo hanno saputo deviare i numerosi fiumi che sboccavano in laguna, per preservarla,  fino ad oggi, il Mose non è altro che l’ultimo atto di trasformazione della laguna tenuta artificialmente in vita dall’ uomo. Segue un saggio  dal politico ecologista Gianfranco Bettin, che ci racconta la storia del petrolchimico dagli anni 20 fino ad oggi, il suo perché e la sua trasformazione durante i primi cento anni di costruzione. Gianni Montieri ci racconta il suo Lido di Venezia, luogo culto nel periodo Liberty e ormai spiaggia dei Veneziani, diventata l’isola la più popolosa e amata dei Veneziani.

Il punto di vista raccontato con melancolia di Ginevra Lamberti, generazione post esodo, che vive a Mestre. Odio e amore di questa generazione che non ha vissuto a Venezia o molto poco. Evoca le difficoltà per i giovani che vogliono restare nella Venezia insulare, in lotta perpetua contro il turismo di massa che fagocita tutti gli alloggi per il turismo, che rende di più, in una città o nessun tetto all’ over-turismo è stato deciso. Arrivare a diventare residente è arrivare ad ottenere molte agevolazioni utili a pagare meno le locazioni, il gas, l’elettricità ma anche la tessera di trasporto ad un prezzo umano.

Troviamo una bella intervista di Diletta Sereni a due moecanti, innamorati della loro laguna e del loro rude mestiere. La parola è data a Emiliano Battistini e Domenico Rossi, che ci raccontano difficolta, gioie e evoluzione del mestiere, con l’evoluzione della flora, e l’arrivo massiccio dei granchi blu in laguna. Andiamo verso la fine delle moeche veneziane?

Eleonora Vio invece ci parla della comunità bangladese stabilita a Mestre e Venezia. Sono loro che fanno funzionare moltissimi ristoranti e stabilimenti turistici di Venezia e di T.F. Comunità amatissima dei datori di lavoro, perché mai si lamentano. Rappresentano la Venezia che cambia.

©Hélène Sadaune

Vera Mantengoli ci racconta l’esperienza – non conclusa- di Poveglia per tutti, quest’ isola che i Veneziani hanno cercato – invano – di comprare al Demanio italiano, per evitare che sia venduta all’ ennesima catena di alberghi a cinque stelle. Certo, meglio un albergo che un’isola abbandonata, tuttavia, sarebbe anche ora di smettere di vendere le isole abbandonate della laguna ad uso turistico. La municipalità di Venezia, se facesse l’ interesse di Venezia, dovrebbe opporsi alla monocultura turistica. Ma non lo fa. E le svendite ai privati vanno avanti a gonfie vele. Sono già state vendute a privati per farne dei resort di lusso: Sacca Sessola (diventata l’isola delle Rose del Marriott) quella di San Clemente del Hotel Kempinski, Santa Maria delle Grazie venduta alla Giesse Investment per costruirci un resort, l’isola di Sant’ Andrea di cui la sorte è ancora insicura, l’isola di Santo Spirito venduta pure lei, San Secondo vicino al ponte della Libertà è stato venduto al gruppo New Fari che ne farà un’ altro resort turistico, Santa Cristina acquistata dalla famiglia Swarovski, altro resort di lusso…. Mi chiedo, e non sono l’unica:  quando finalmente sarà vietato costruire altri resort sulle isole di Venezia? Quando avremo finalmente un sindaco illuminato animato da qualcos’altro che il denaro facile,  con vendite senza nessuna lungimiranza per il futuro di Venezia?

Per finire, un bel racconto personale di Anna Toscano, professoressa d’italiano a Ca’ Foscari, sugli studenti che vengono studiare a Venezia, sempre più numerosi ma con sempre meno possibilità di farli vivere a Venezia durante questo bel periodo della loro vita, obbligandoli a fare i pendolari come tanti altri lavoratori, per mancanza di appartamenti per loro, allorché gli studenti sono ossigeno per la città. Molti decidevano di installarsi a Venezia dopo gli studi. Questo oggi non è più possibile perché non ci vivono e Venezia è diventata solo turistica e i residenti sempre più anziani.

L’obiettivo di questo bel libro è di far riflettere su cosa vogliamo per il futuro di Venezia. Per poi prendere le misure giuste per andarci incontro.

©Hélène Sadaune

Sinossi

Se altrove la modernità e l’urbanizzazione hanno cambiato radicalmente il volto delle città lasciando giusto qualche scorcio dei centri storici vagamente intatto, Venezia ha sempre rassicurato il visitatore: puoi venire oggi, domani o tra dieci anni, il museo a cielo aperto sarà sempre qui. Questa visione cristallizzata e in parte coltivata dagli stessi veneziani, i limiti fisici all’espansione in orizzontale così come in verticale hanno contribuito a dare questa sensazione di immobilità e astoricità: ingannevole e per definizione impossibile in un ambiente anfibio e mutevole come quello lagunare. Le pagine di questo volume dimostrano il contrario, infatti: Venezia non è solo attraversata da grandi cambiamenti, ma potrebbe addirittura essere presa a paradigma delle crisi contemporanee, come termometro di quello che accadrà nel mondo, a simbolo dell’Antropocene. La città sembra scivolare su un piano inclinato dove calano gli abitanti e cresce il livello dell’acqua. Sono state erette mura difensive, dall’acqua alta con le barriere del Mose, e dalla marea di turisti che invadono l’isola con un ticket d’ingresso in via sperimentale dal 2024, che in futuro potrebbero diventare una misura permanente. Il precario equilibrio su cui si regge la vita a Venezia è da sempre minacciato dagli elementi naturali, ma relativamente nuova è la percezione che lo spopolamento e la riduzione alla monocultura turistica siano una minaccia altrettanto esistenziale. La città ha riserve d’ossigeno nei suoi studenti, nella sua storia di resilienza così come in un attivismo associativo che ha pochi eguali in Italia: ha portato alla tardiva ma necessaria espulsione delle grandi navi dal bacino di San Marco e preme perché si adottino soluzioni contro la crisi abitativa, la privatizzazione delle isole della laguna e il moto ondoso. La società civile chiede di re-immaginare la città, ascoltando la voce dei residenti e rispettando l’ambiente, per non ripetere gli errori del passato, quando per inseguire un ideale di modernità si è insediato un polo industriale petrolchimico in un ecosistema così vulnerabile.

©Hélène Sadaune

Collezione The passenger: Per esploratori del mondo

The Passenger è una raccolta di inchieste, reportage letterari e saggi narrativi che formano il ritratto della vita contemporanea di un luogo e dei suoi abitanti. Cultura, economia, politica, costume e curiosità visti attraverso la testimonianza di scrittori, giornalisti ed esperti locali e internazionali. Tante storie e diverse voci che compongono un racconto sfaccettato ed eclettico, per scoprire, capire, approfondire, lasciarsi ispirare.

https://thepassenger.iperborea.com/

https://thepassenger.iperborea.com/titoli/venezia/

Pubblicato da Hélène Sadaune

Master II d'Histoire Moderne de la Sorbonne Paris IV, j'ai travaillé pendant plus de 20 ans pour la C.E. Résidente depuis plus de trente ans à Venise, guide conférencière à Paris et Venise, je suis une passionnée de la civilisation vénitienne et de cette ville hors-norme. Comptez sur moi pour vous tenir informé!

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