Purcell e Les Noces di Stravinskij alla Fenice

Music for the Funeral of Queen Mary di Purcell

Les Noces di Stravinskij

Music for the Funeral of Queen Mary di Henry Purcell e Les Noces di Igor Stravinskij: questi due brani compongono l’inconsueto programma musicale del concerto di Coro e strumentisti del Teatro La Fenice il 28 ottobre 2021 alle ore 20.00. A dirigere le compagini veneziane nell’interpretazione di queste partiture di rara esecuzione abbiamo Claudio Marino Moretti, affiancato dalle voci soliste del soprano Andrea Lia Rigotti, del mezzosoprano Marta Codognola, del tenore Salvatore De Benedetto e del basso Carlo Agostini.

©Hélène Sadaune

Music for the Funeral of Queen Mary di Henry Purcell e Les Noces di Igor Stravinskij: sono due brani tratti dal repertorio più amato da Mario Messinis che ha vinto il premio Una vita nella Musica alla Fenice di mattina. Henry Purcell (Londra, 1659-1695), organista nella cattedrale di Westminster, è stato uno dei musicisti più importanti del regno inglese. La sua produzione comprende diverse composizioni scritte in occasione di ricorrenze legate a membri della famiglia reale: quando, il 28 dicembre 1694, la regina Maria II morì in seguito a un’infezione di vaiolo, Purcell ricevette l’incarico di comporre la musica per i funerali che furono celebrati solo il 5 marzo dell’anno successivo. Music for the Funeral of Queen Mary per coro, quattro tombe e organo rientra dunque nella tradizione dei Complaint, musiche composte per la scomparsa di un personaggio più o meno importante, che diventano anche occasioni per meditare sulla caducità della vita e sul mistero della morte. La suite, dal carattere tragico e solenne, ha una struttura circolare: si apre e si chiude con una Marcia in do minore intonata da un complesso di quattro trombe a coulisse e ritmata da tamburi che durante la processione verso Westminster erano coperti da un panno nero. Questo brano in particolare è noto al grande pubblico anche per essere stato utilizzato – nella rielaborazione del compositore Wendy Carlos – dal regista Stanley Kubrick in alcune scene di Arancia meccanica (1971).

Igor Stravinskij (1882-1971) nella sua amatissima Venezia

Igor Stravinskij  in un appunto autobiografico fece risalire al 1912 la prima idea di scrivere una composizione basata sul tema delle nozze contadine secondo la tradizione del folklore russo. Impegnato in quell’anno nella stesura della Sagra della primavera, il compositore rimandò la realizzazione del progetto, e solo nel 1914 diede avvio al lavoro, raccogliendo materiale testuale e abbozzando alcune idee musicali. Utilizzò per la stesura del testo una serie di frammenti tratti da raccolte di prose, poesie e di canti nuziali di provenienza contadina e rurale; e concepì Les Noces come una sorta di cantata coreografica destinata ai Ballets Russes di Sergej Djaghilev, cui la partitura è dedicata: l’idea estetica che stava alla base del lavoro di Stravinskij puntava su una sorta di straniamento all’insegna del genere del divertissement, in ciò evidentemente influenzato dalle avanguardie pittoriche e poetiche parigine di quegli anni.

Ballets Russes

Così infatti il compositore si esprime a proposito delle Noces nelle Chroniques de ma vie: «Non era mia intenzione riprodurre il rituale delle nozze contadine, e bado poco a considerazioni di tipo etnografico. Avevo intenzione di comporre una specie di cerimonia scenica, usando in piena libertà quegli elementi rituali che ritenevo più significativi […]. Volevo che tutto l’apparato strumentale fosse fianco a fianco degli attori e dei danzatori, rendendolo in un certo senso parte integrante dell’azione scenica […] Il fatto che gli attori sulla scena portassero dei costumi tutti uguali in stile russo, mentre i musicisti sarebbero stati in abito da sera, non mi creava imbarazzo, al contrario, tale contrasto mi sembrava perfetto per portare avanti la mia idea di un divertissement simile a una mascherata». Quando la cantata andò in scena per la prima volta a Parigi nel 1923, con la coreografia di Bronislava Nizinska e la direzione musicale di Ernest Ansermet, l’idea scenica innovativa pensata da Stravinskij fu realizzata solo in parte, ma rimane significativo il fatto che il compositore intendesse liquidare ogni concezione di tipo naturalistico e realistico, a favore di una visione non più ‘romantica’ e positiva del folklore russo, bensì intrisa di un senso di estraneità che implicitamente denunciava la falsa coscienza ideologica dei laudatores del folklore quale humus e origine dello ‘spirito russo’ e del suo ‘popolo’.

Claudio Marino Moretti alla Fenice

www.teatrolafenice.it

Pubblicato da Hélène Sadaune

Master II d'Histoire Moderne de la Sorbonne Paris IV, j'ai travaillé pendant plus de 20 ans pour la C.E. Résidente depuis plus de trente ans à Venise, guide conférencière à Paris et Venise, je suis une passionnée de la civilisation vénitienne et de cette ville hors-norme. Comptez sur moi pour vous tenir informé!

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