67e Biennale Musica 2023 dedicata alla Micro Music

19.000 spettatori alla Biennale Musica 2023 

I premi della Giuria degli studenti dei Conservatori:

miglior produzione CBM 8032 AV di Robert Henke

miglior performance:  Ictus Ensemble

Micro-Music è il titolo del  67. Festival Internazionale di Musica Contemporanea dal 16 al 29 ottobre 2023, diretto da Lucia Ronchetti. Il programma è dedicato al suono digitale e presenta un ampio spettro di tendenze stilistiche e ricerche creative innovative della scena musicale internazionale, secondo forme installative, performative e online, con molte prime assolute commissionate dalla Biennale di Venezia e coproduzioni con i più importanti festival internazionali.

Photo©Hélène Sadaune – Nicolas Becker

Ci spiega la direttrice della Biennale Musica Lucia Ronchetti: “Micro-Music intende evocare la musica generata attraverso captazioni microfoniche e indagare la natura microscopica del suono. È un Festival che mira a esaltare la bellezza e la complessità del suono digitale e dei nuovi orizzonti compositivi. L’impronta acustica specifica di ogni paesaggio e l’atto dell’ascolto come lettura dello spazio circostante, attraverso i riverberi articolati e mutevoli che l’ambiente ci rimanda, emergono nelle creazioni elettroniche delle diverse sezioni del Festival, volte a ricercare l’incanto sonoro nel contesto architettonico degli edifici veneziani. Gli artisti invitati, provenienti da tutto il mondo, sono scultori di nuove entità sonore digitali, archeologi musicali alla ricerca di antichi suoni scomparsi, ricercatori della misteriosa, transitoria e magica natura del suono e creatori di inediti incantesimi acustici capaci di coinvolgere il pubblico con vasti affreschi musicali. L’ascolto del suono digitale, privo della visualizzazione delle sorgenti sonore e del contesto gestuale dell’esecuzione e della produzione, invita alla pura percezione acustica per una rinnovata ontologia musicale, resa possibile dall’evoluzione delle tecnologie legate alla riproduzione e diffusione del suono nello spazio. Così come possiamo entrare all’interno della materia grazie al microscopio, allo stesso modo possiamo ampliare la facoltà di ascolto e svelare la complessità del mondo auratico attraverso il microfono e la riproducibilità di ogni evento acustico, per quanto liminale, grazie al trattamento digitale delle informazioni captate nella sfera dell’inudibile, rivelando un mondo sonoro che sembrava precluso alle nostre facoltà percettive.  Micro-Music, attraverso eventi teorici e performativi, presenta gli attuali campi di ricerca sul fenomeno dell’ascolto, la verifica di dati scientifici attraverso processi di sonificazione e diversi modelli di biotecnologia applicata alla generazione del suono”. 

Ieri ha preso fine la 67e Biennale Muscia 2023. Il bilancio è molto positivo:  sono stati  19.000 gli spettatori a questa ultima edizione, quindi quasi raddoppiati rispetto al 2022, che hanno partecipato agli appuntamenti di Micro Music, il 67. Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia, che dal 16 al 30 ottobre, sotto la direzione artistica di Lucia Ronchetti, ha portato in laguna tutto il meglio, il nuovo, l’extra-ordinario dell’elettronica nell’era digitale.

Photo©Hélène Sadaune – Robert Henke

A partire da Ships di e con Brian Eno e la Baltic Sea Philarmonic, che ha visto la Biennale Musica capofila di un progetto internazionale che da Venezia ha viaggiato fino a Berlino, Parigi, Utrecht e Londra, dove si è conclusa il 30 ottobre, alla Royal Festival Hall del South Bank Centre.

Un’edizione “coraggiosa e originalissima” (Il Corriere della Sera), “l’anno della svolta”, segnato da un “successo entusiastico che ha ribadito la felicità della scelta della direttrice Lucia Ronchetti nell’allestire una Biennale Musica senza preclusioni ideologiche, indagando il grande e vitale arcipelago della musica elettronica contemporanea” (Il Giornale). E ancora: un “cambio di passo” (il manifesto), “una vivacità che seduce” (Die Zeit), una Biennale Musica che “rimarrà negli annali della rassegna come un punto di riferimento (RSI). Sono solo alcuni dei pareri che sintetizzano un’edizione per molti versi memorabile, a partire dalla presenza del pubblico e della stampa quanto mai ampi e trasversali. Fra le tante testate internazionali che hanno testimoniato la Biennale Musica 2023 si ricordano: Financial Times, The Guardian, The Daily Telegraph, BBC Radio, Die Zeit, Groove, Westdeutscher Rundfunk, Deutschlanfunk, Österreichischer Rundfunk, El Mundo, La Vanguardia, ABC, Radio Nacional de España, France Musique, Radio France International.

Il Festival si è concluso il 30 ottobre nella Sala delle colonne di Ca’ Giustinian, sede della Biennale,  con la Cerimonia di premiazione alla miglior produzione e alla miglior performance del 67. Festival Internazionale di Musica Contemporanea. Ad assegnare i premi la Giuria degli studenti dei Conservatori di tutta Italia guidata dal compositore e musicologo Jacopo Caneva. Alla sua terza edizione, la Giuria risponde “all’esigenza – secondo Lucia Ronchetti – di entrare in contatto con il pubblico delle nuove generazioni, coinvolgendolo attivamente nella discussione sulla scena musicale attuale presentata dalla Biennale Musica attraverso incontri, dibattiti e confronti che renderanno il Festival una piattaforma più fertile e propulsiva”.

Robert Henke

Ha vinto il premio miglior produzione CBM 8032 AV di Robert Henke “per le modalità con le quali l’artista ha gestito una strumentazione complessa e volutamente desueta, traendone una composizione dal carattere contemporaneo e convincente, in termini di costruzione e di trattamento sonoro. Il progetto si è distinto in particolar modo per aver lanciato un messaggio di considerevole ispirazione e importanza, di grande forza comunicativa all’attuale mondo musicale: credere in sé stessi e nella propria creatività, al punto da trasfigurare il limite tecnico del mezzo utilizzato, un apparente difetto, in una rete infinita di possibilità ed espressioni musicali” scrive Lucia Ronchetti.

Photo©Hélène Sadaune – Robert Henke al Malibran

Ha vinto il premio miglior performance l’Ictus Ensemble “protagonista delle esecuzioni di 1979 di Joanna Bailie e Professor Bad Trip di Fausto Romitelli. In particolare, durante la performance di quest’ultimo, l’ensemble ha dimostrato assoluta precisione tecnica e piena padronanza espressiva; inoltre, l’elettronica curata da Jean-Luc Plouvier si è combinata in modo ineccepibile al suono dell’ensemble strumentale, dando piena giustizia alla complessità compositiva ed estetica di Romitelli e regalando al pubblico della Biennale un concerto memorabile”.

Ictus Ensemble

Inoltre, La Biennale di Venezia ha attribuito il Leone d’Oro alla carriera a Brian Eno:

“Il lavoro compositivo di Brian Eno – si legge nella motivazione di Lucia Ronchetti – è dagli esordi concepito quale processo generativo che evolve secondo una dimensione temporale potenzialmente infinita, anticipando molte delle tendenze compositive attuali legate al suono digitale. Lo studio di registrazione concepito come meta-strumento compositivo, regno di elaborazione, moltiplicazione e montaggio di frammenti sonori registrati, simulacri acustici, oggetti sonori autonomi, ha permesso a Brian Eno di creare spazi elettronici immersivi che si trasformano e permeano la realtà acustica nella quale siamo immersi, modulandola secondo drammaturgie sempre cangianti. Concependo la musica registrata come un immenso archivio di frammenti infinitesimali di suoni, infinita palette acustica disponibile per i compositori, mise en abyme della storia musicale, la musica generativa e ambientale è pensata da Brian Eno come la creazione concettuale di un seme, capace di svilupparsi, piuttosto che come un albero già progettato in tutti i dettagli, invocando la nascita di un paradigma compositivo ispirato alla biologia piuttosto che all’architettura, capace di auto-evolvere e generare costantemente nuovi paesaggi sonori. Brian Eno ha ampliato il proprio percorso creativo interessando una molteplicità di discipline – pittura, scultura, videoarte. Un caleidoscopio espressivo messo in circolo dalle sue opere che trovano ospitalità nei diversi festival della Biennale di Venezia: nel 1985 Brian Eno è stato alla 42. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (sezione Videomusica) con Thursday Afternoonvideo painting di 80 minuti di cui firma regia, sceneggiatura e musica; l’anno dopo presenta una delle sue sculture visive, Installazione di suoni, luci e video per la 42. Esposizione Internazionale d’Arte intitolata Arte e scienza (sezione Biologia, tecnologia e informatica); di nuovo nel 2006 è invitato, questa volta alla Biennale Musica, con una complessa video-installazione dislocata in tre ambienti inanellati uno nell’altro, Painting like Music. Quest’anno per la Biennale Musica, Brian Eno è stato sul palco del Teatro La Fenice il 21 ottobre con la prima esecuzione assoluta del nuovo progetto Ships, insieme alla Baltic Sea Philharmonic diretta da Kristjan Järvi.

Photo©Hélène Sadaune – Brian Eno alla Fenice

La Biennale di Venezia ha attribuito il Leone d’Argento a Miller Puckette:

Photo©Hélène Sadaune – Miller Puckette e Irwin

Scrive Lucia Ronchetti nella motivazione del Leone d’Argento: “Attraverso il riconoscimento del lavoro di Miller Puckette, la Biennale Musica persegue il suo obiettivo di premiare le personalità della scena musicale contemporanea che hanno reso possibile la realizzazione di molti capolavori della storia musicale degli ultimi decenni, attraverso la programmazione, l’esecuzione e la collaborazione con i compositori. Max/Msp, creato da Miller Puckette alla fine degli anni ’80, è stato concepito come ambiente informatico per la realizzazione di opere di musica elettronica dal vivo, per controllare installazioni sonore, creare strumenti musicali virtuali, elaborare suoni in tempo reale nelle performance strumentali, generare suoni digitali e composizioni per computer ed è diventato uno dei programmi più usati dai compositori e performer attivi di tutto il mondo, influenzando lo sviluppo compositivo della musica elettronica e dell’elaborazione del suono in tempo reale delle successive generazioni di compositori. Pure Data consente a musicisti, artisti visivi, performer, ricercatori e programmatori di creare software attraverso patches grafici e può essere utilizzato per elaborare e generare suoni, video, grafica 2D/3D e come interfaccia di sensori, dispositivi di input e MIDI”. Celebrato autore di The Theory and Technique of Electronic Music, testo fondante della nuova audio-cultura, pubblicato nel 2007, Miller Puckette è stato in scena alla Biennale Musica insieme al percussionista Irwin il 18 ottobre alle Tese dei Soppalchi; è stato inoltre fra i maestri dei giovani artisti selezionati per Biennale College Musica.

Photo©Hélène Sadaune – cerimonia di premiazione del Leone d’ Argento a Miller Puckette

https://www.labiennale.org/it/musica/2023/biennale-musica-2023-micro-music

 

Pubblicato da Hélène Sadaune

Master II d'Histoire Moderne de la Sorbonne Paris IV, j'ai travaillé pendant plus de 20 ans pour la C.E. Résidente depuis plus de trente ans à Venise, guide conférencière à Paris et Venise, je suis une passionnée de la civilisation vénitienne et de cette ville hors-norme. Comptez sur moi pour vous tenir informé!

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