Lac des Ballets de Monte-Carlo à la Fenice

Les Ballets de Monte Carlo tornano alla Fenice con Lac

rilettura del Lago dei cigni del coreografo Jean-Christophe Maillot

©Alice Blangero

 Al Teatro La Fenice si rinnova l’appuntamento con la danza, con il ritorno a Venezia di una delle compagnie più apprezzate della scena internazionale: dopo il Romeo e Giulietta presentato nel 2019, Les Ballets de Monte-Carlo calcheranno di nuovo il palcoscenico della Fenice con Lac, una rilettura del Lago dei cigni del coreografo Jean-Christophe Maillot. Basata su una drammaturgia ideata da Maillot insieme allo scrittore Jean Rouaud, lo spettacolo è danzato su musiche originali di Čajkovskij con aggiunte di Bertrand Maillot che saranno eseguite dal vivo dall’Orchestra del Teatro La Fenice diretta da Igor Dronov.

©Alice Blangero

Completano lo staff artistico lo scenografo Ernest Pignon-Ernest, il costumista Philippe Guillotel e il light designer Samuel Thery, ideatore delle luci insieme allo stesso Maillot. Il balletto, che ha debuttato il 27 dicembre 2011 al Grimaldi Forum di Monaco, era stato programmato nella scorsa stagione e poi annullato per la pandemia. E’ stato in scena al Teatro La Fenice il 17, 18, 19, 20 e 21 maggio 2023.

©Alice Blangero

Il pubblico associa spesso il Lago dei cigni al suo secondo atto, monumento del repertorio classico fortemente identificabile per la sua coreografia completamente bianca e la mitica partitura di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Di questo punto di vista, si può vedere il secondo atto del Lago dei cigni come uno dei primi balletti astratti, un balletto da contemplare senza badare a quello che racconta. Per lo spettatore si tratta solo di godere dell’estetica pura del Lago e della bellezza di un movimento che basta a se stesso.

©Alice Blangero

Nel Lago dei cigni tutto è oscuro, complicato e ricco di significato. Čajkovskij stesso aveva concepito l’idea di un balletto sinfonico sul tema di una creatura umana la cui metamorfosi rendesse impossibile qualunque amore. La genesi di questo cigno, creato a partire da miti greci, nordici e russi, ne fa un essere ibrido affascinante.  Il passaggio dallo stato animale a quello di essere umano attraversa l’intera opera. Che ci interroga sulla nostra stessa natura. Noi crediamo di essere diversi dagli animali per la nostra capacità di compiere delle scelte. Ma davvero solo noi ne siamo capaci? Non siamo in fondo anche noi smarriti esattamente come questo principe? Jean-Christophe Maillot ce lo mostra esitante fra il bianco e il nero, il bene e il male, il candore e l’erotismo.

©Hélène Sadaune

www.teatrolafenice.it

Pubblicato da Hélène Sadaune

Master II d'Histoire Moderne de la Sorbonne Paris IV, j'ai travaillé pendant plus de 20 ans pour la C.E. Résidente depuis plus de trente ans à Venise, guide conférencière à Paris et Venise, je suis une passionnée de la civilisation vénitienne et de cette ville hors-norme. Comptez sur moi pour vous tenir informé!

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