La Biennale Teatro 2023

70 novità, tra prime assolute, europee, italiane; 41 produzioni e coproduzioni, di cui molte commissionate; 48 giorni di programmazione per i Festival di Teatro (15 giugno > 1 luglio), Danza (13 > 29 luglio), Musica (16 > 29 ottobre), che si estendono fino a 3 mesi di attività con le residenze dei giovani artisti di Biennale College. Si tratta di un intenso intervento della Biennale di Venezia nella produzione, la promozione e la documentazione della nuova creatività delle arti dal vivo, che vede quest’anno le nuove opere prodotte per e con la Biennale raggiungere la metà dell’intero programma.

La Biennale – afferma il Presidente Roberto Cicutto – ha deciso da quest’anno di aumentare le risorse e il sostegno destinati ai Settori Danza Musica e Teatro e ai rispettivi Festival Internazionali. Questi Festival non sono mai stati concepiti come rassegne per mostrare il meglio delle produzioni nei campi di competenza dei tre direttori artistici, ma come lo sviluppo di un progetto che arricchisca conoscenza e sperimentazione in coerenza con un mandato quadriennale.

Le maggiori risorse consentiranno anche al pubblico di poter più agevolmente assistere agli spettacoli che avranno un maggior numero di repliche, masterclass, installazioni e attività interdisciplinari. Soprattutto consentono alla Biennale di affidare commissioni, produrre o coprodurre nuovi spettacoli, colmando in parte (soprattutto nel Settore Musica) una falla nell’impegno pubblico rispetto a quanto si fa in altri Paesi.

Il lavoro dei direttori artistici Wayne McGregor per la Danza, Lucia Ronchetti per la Musica, Stefano Ricci e Gianni Forte per il Teatro ha dimostrato nei primi tre anni del loro mandato le infinite possibilità nel tessere un filo ininterrotto fra maestri del passato, artisti contemporanei e professionisti del prossimo futuro. In questo modo si dà concretezza a quanto spesso si afferma ma difficilmente si realizza: far crescere donne e uomini all’inizio delle loro carriere, alimentandoli della lezione di chi li ha preceduti con spirito innovatore e di ricerca”.

Sono oltre 450 gli artisti coinvolti, da 30 Paesi diversi, per i tre Festival di Danza, Musica e Teatro della Biennale di Venezia.

Il Teatro vedrà in scena, tra gli altri, Armando Punzo, Leone d’oro alla carriera, con lo straordinario gruppo di attori-detenuti della Compagnia della Fortezza; Romeo Castellucci, che con le sue performance simboliche e visionarie attraversa generi, pubblici e continenti; due delle compagnie che maggiormente incarnano le tendenze degli ultimi anni, la catalana El Conde de Torrefiel e la fiamminga FC Bergman, destinataria del Leone d’argento. E ancora: le nuove voci di Boris Nikitin, attore, autore oltre che regista di ascendenze ucraino-franco-ebraiche, e di Bashar Murkus con il Khashabi Ensemble, teatro palestinese indipendente creato all’interno dello Stato di Israele, ad Haifa.

Spiccano per la Danza, fra i tanti appuntamenti in programma, un omaggio a Simone Forti, Leone d’oro alla carriera, con un’ampia mostra retrospettiva del suo lavoro di “artista del movimento” proveniente dal Museum of Contemporary Arts di Los Angeles; un trittico di coreografie che hanno la forza ipnotica della danza pura di Tao Dance Theater, Leone d’argento; Sidi-Larbi Cherkaoui, Javier De Frutos, Michaela Taylor, Alexis Fernandez, quattro coreografi per l’ensemble fondato dal super divo del balletto internazionale Carlos Acosta; la prima mondiale di Pontus Lidberg, coreografo, filmmaker e danzatore svedese che ha conquistato le compagnie più blasonate – dal New York City Ballet al balletto dell’Opéra di Parigi. E inoltre, le figure di Oona Doherty, Andrea Peña, Luna Cenere, giovani coreografe che si sono imposte recentemente all’attenzione di pubblico e critica.

La Musica mette sotto i riflettori l’elettronica digitale a partire dal pioniere Morton Subotnick, passando per Brian Eno, Leone d’oro alla carriera, e l’eretico John Zorn, per arrivare al leggendario duo noto col criptico nome di Autechre, che ha portato la club culture ai confini con la musica d’avanguardia. Fra i tanti artisti invitati ci saranno: il musicista e performer Robert Henke, che rimette in circolo la tecnologia vintage dei pc Commodore; Brigitta Muntendorf che lancia la musica nello spazio con Orbit, voci di donne clonate dall’intelligenza artificiale e audio 3D, sottotitolo A War Series, ovvero le guerre che nei millenni si sono combattute contro il corpo femminile. Tante, inoltre, le figure dell’elettronica live più sperimentale, come Lamin Fofana, Jjjjjerome Ellis, Jace Clayton aka Dj Rupture, Steve Goodman aka Kode9, Loraine James, Aya, Emme, S280F, Soft Break, Yen Tech, Snufkin.

Biennale Teatro

I colori del Teatro. Dopo Blue e dopo Rot, ecco Emerald. Il progetto quadriennale dei direttori Stefano Ricci e Gianni Forte per il 51. Festival Internazionale del Teatro,  dal 15 giugno al 1 luglio, si tinge di verde, evocando la città dei prodigi del paese di Oz, Emerald City e invitando il pubblico a un viaggio nello stupore.

Questa nuova edizione del Festival, piattaforma di una resistenza politica e poetica, continuerà a difendere l’idea che il Teatro, l’Arte e la Cultura debbano salvaguardare la loro missione di servizio pubblico; sarà un laboratorio ipnotico e vibrante di creazione scenica, riferimento essenziale come avamposto di utopie eroiche e meraviglie rivoluzionarie, e si drappeggerà in verde emerald, il cui orizzonte simbolico starà ad indicare il momento di un cambiamento profondo, di una trasformazione, di un passaggio ad una nuova fase della vita: la rigenerazione dopo l’inverno, la rivitalizzazione, la resurrezione, la rinascita e la libertà dell’essere umano. Celebreremo così un risveglio di primavera anche per il Teatro, investito ora più che mai a stimolare la fantasia, l’immaginario dello spettatore” ci dicono i direttori.

het land nod, fc bergman

Il 51. Festival Internazionale del Teatro prosegue nella scelta di coltivare i processi creativi, non limitandosi a selezionarne solo gli esiti, assicurando continuità e prospettive a progetti anche pluriennali di registi, autori, performer. Progetti nati attraverso Biennale College e articolati in studi, laboratori, fasi di preparazione complesse e di sedimentazione fino a giungere a maturazione completa nella loro versione scenica per il palcoscenico della Biennale. Così Giacomo Garaffoni con Federica Rosellini e Tolja Djokovic insieme a Fabiana Iacozzilli, autori e registe della nuova generazione, dalla mise en lecture dello scorso anno approdano ora alla realizzazione scenica rispettivamente di Veronica e di En Abyme. Gaetano Palermo elaborerà nel corso della stagione Swan, performance pensata per gli spazi all’aperto di Venezia, liberamente ispirandosi alla celebre Morte del cigno, mentre Morana Novosel, regista e performer croata, lavorerà a un’altra performance site specific, Fluid Horizons, prendendo le mosse dal pessimismo ambientale del Dark Mountain Manifesto. Valerio Leoni, regista, attore e drammaturgo romano, sta sviluppando dallo scorso anno il progetto intitolato Cuspidi, di cui firma testo e messinscena. L’attrice e drammaturga Carolina Balucani vedrà la mise en lecture del suo nuovo testo Addormentate ad opera di Fabrizio Arcuri, al pari di Stefano Fortin, autore di Cenere, la cui mise en lecture sarà curata da Giorgina Pi.

Accanto alla creatività delle nuove generazioni, che registra i mutamenti in atto, il Festival scopre artisti, registi e compagnie, ancora poco frequentati, che sfidano le nostre abitudini percettive: come Mattias Andersson, passato dal dinamico Backa Teater alla testa dello storico Teatro Reale di Stoccolma, autore e regista, vincitore del Premio Ibsen nel 2007; o come Boris Nikitin, attore, autore oltre che regista di base a Berna ma di ascendenze ucraino-franco-ebraiche; o ancora come Bashar Murkus e il Khashabi Ensemble, un teatro palestinese indipendente creato all’interno dello Stato di Israele, ad Haifa; e anche come l’artista e fotografa Noémie Goudal in connubio con la regista Maëlle Poésy. E poi compagnie che incarnano le tendenze di questi ultimi anni, che hanno accelerato la dissoluzione di tutte le convenzioni, attraversando i confini e le aree di contiguità delle forme dello spettacolo e offrendo uno sguardo penetrante sul nostro vivere quotidiano: da El Conde de Torrefiel a FC Bergman, premiati con il Leone d’argento. A loro si affiancano nomi consolidati come quelli di Romeo Castellucci, che attraversa generi e pubblici con le sue performance simboliche e visionarie; del pluripremiato Tiago Rodrigues, da quest’anno direttore del Festival di Avignone, che scuote gli spettatori confrontandoli con dilemmi etici; e di Armando Punzo, Leone d’oro alla carriera, regista radicale, che pone l’azzeramento del teatro come condizione per ritrovarne il senso oltre il mestiere, dando una forza e un’evidenza fisica sconosciute ai suoi spettacoli, da quando nel 1987 inizia a lavorare con il gruppo di detenuti-attori nel carcere di Volterra.

Il programma si completa con il ciclo di masterclass, dove le esperienze possano essere trasmesse e confrontate e il processo creativo possa trovare strumenti e tempi diversi. Attori, performer, danzatori, drammaturghi, cantanti, video artisti, registi, giornalisti, scrittori, studiosi avranno come Maestri Armando Punzo, Andrea Porcheddu, Monica Capuani e Francesco Morosi, FC Bergman, Davide Carnevali, Francesco Micheli con Ron Howell e Davinia Rodriguez, Angélica Liddell, Romeo Castellucci.

Gli spazi

I Festival di Danza, Musica, Teatro diffusi nei teatri, nei campi e nelle chiese di Venezia, troveranno spazio anche a Marghera e Mestre, nel cuore di alcune delle aree più vitali della terraferma veneziana.

Spettacoli, concerti e tutti gli appuntamenti in programma avranno luogo nei tradizionali spazi della Biennale di Venezia all’Arsenale (Teatro alle Tese, Tese dei Soppalchi, Sale d’Armi, Teatro Piccolo Arsenale), Ca’ Giustinian e Biblioteca ASAC ai Giardini; nei Teatri La Fenice e Malibran; negli spazi all’aperto di Campo Sant’Agnese e Via Garibaldi; nelle Chiese di San Salvador, San Trovaso, San Pietro in Castello e alla Misericordia; nella Sala concerti del Conservatorio B. Marcello e nella Sala della biblioteca della Fondazioni Ugo e Olga Levi; infine nel Padiglione 30 a Forte Marghera, spazio storico ormai acquisito alla città davanti a un ampio bacino navigabile, e in un capannone dell’area industriale di Marghera; infine, nel Piazzale Divisione Acqui e nel Teatro del Parco, collocato nella vastissima area verde del Parco Albanese a Mestre.

https://www.labiennale.org/it/teatro/2023

Pubblicato da Hélène Sadaune

Master II d'Histoire Moderne de la Sorbonne Paris IV, j'ai travaillé pendant plus de 20 ans pour la C.E. Résidente depuis plus de trente ans à Venise, guide conférencière à Paris et Venise, je suis une passionnée de la civilisation vénitienne et de cette ville hors-norme. Comptez sur moi pour vous tenir informé!

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