Naturae di Armando Punzo alla Biennale Teatro 2023

Al via Emerald il 51. Festival Internazionale del Teatro

Al via Emerald. Il 51. Festival Internazionale del Teatro curato dai direttori Stefano Ricci e Gianni Forte, al terzo anno di mandato, animerà i teatri e gli spazi di Venezia, Mestre e Marghera fino a sabato 1 luglio. Ha inaugurato il Festival – giovedì 15 giugno alle 20.00 – il Leone d’oro alla carriera Armando Punzo, che assieme alla storica Compagnia della Fortezza ha messo in scena Naturae al Teatro alle Tese dell’Arsenale.

Risultato di un processo di ricerca durato oltre otto anniNaturae nasce dalle riflessioni sul teatro iniziate da Armando Punzo nel 2015 e dal confronto con il surrealismo magico di Jorge Luis Borges. All’ouverture seguono i quattro quadri La vita mancataLa valle dell’innocenzaLa valle dell’annientamentoLa valle della permanenza.

©Hélène Sadaune- Naturae

Si snoda lungo trentacinque anni di lavoro totalizzante, quotidiano e a tempo pieno, con circa ottanta detenuti-attori, il percorso registico di un artista sciamano come Armando Punzo realizzando oltre quaranta spettacoli. Spettacoli clamorosi e pluripremiati in Italia e all’estero: Marat-Sade, I negri, I Pescecani ovvero quello che resta di Bertolt Brecht, Hamlice – Saggio sulla fine di una civiltàBeatitudo sono solo alcuni dei titoli più memorabili che disegnano l’indagine di Punzo sui grandi temi umani facendo di un carcere penale come la Fortezza medicea di Volterra un centro culturale all’avanguardia. Da cui sono germinate numerose iniziative, come quella che ha visto l’Italia capofila del progetto europeo “Teatro e carcere in Europa”, coinvolgendo istituzioni penitenziarie di Francia, Spagna, Svezia, Germania, Gran Bretagna.

©Hélène Sadaune- Naturae

Scrive Punzo: “Negli ultimi otto anni il lavoro della compagnia della fortezza è stato guidato dalla ricerca dell’ordine e della bellezza nella natura umana. Senza alcuna volontà iniziale sono emerse una narrazione e una visione dell’uomo che ci hanno fatto scegliere di riscrivere l’opera di Shakespeare per sconfessare una superstizione che vede l’uomo ripetersi all’infinito sempre uguale a sé stesso, senza alcuna possibilità di cambiamento. In questo lungo viaggio di auto-formazione, due figure, lui e il bambino, sono diventate protagoniste di una nuova visione che ha spazzato via i fondamenti intoccabili della filosofia esistenziale dell’occidente, per la quale a partire dal ‘900 sembrava non essere più possibile sognare un nuovo uomo e un nuovo mondo… L’incontro con l’opera di Borges ha poi suggerito un grado di intelligenza ed evoluzione umana superiore: la sua scrittura non indugiava sulla copia dell’esistente, ma richiedeva uno sforzo consapevole e un lavoro da compiere per affrancarsi da sé stessi e lanciarsi oltre lo steccato dei nostri limiti e della cultura attuale della paura e della morte… Ci siamo resi conto che l’evoluzione umana è in essere, sempre, ed è questa che bisogna alimentare. Non possiamo credere di essere arrivati alla fine della storia, è innaturale e non serve a migliorare la nostra esistenza, le relazioni tra gli uomini, una diversa idea di comunità fatta di persone sensibili e il futuro della nostra terra. L’homo sapiens è solo una fase, dobbiamo lavorare per guadagnarci l’homo felix, dobbiamo far crescere in noi la ricerca della libertà, dell’amore, della felicità. Dobbiamo ricominciare a sognare un nuovo uomo e imporlo alla realtà”.

©Hélène Sadaune- Naturae

Premiato con il Leone d’oro alla carriera dopo trentacinque anni di intesa attività teatrale in un contesto particolare come quello della prigione la Fortezza di Volterra, Armando Punzo è stato il primo regista a proporre l’istituzione di una compagnia teatrale in carcere. Fondata nel 1988 la Compagnia della Fortezza ha solo recentemente ottenuto la creazione di un teatro dedicato all’interno della Fortezza, disegnato dall’architetto Mario Cucinella.

©Hélène Sadaune- Premiazione del Leone d’Oro e d’Argento Biennale Teatro

Naturae è un’occasione unica per vedere dal vivo il regista al lavoro – sempre con il sorriso e con gesti di incoraggiamento –  e i suoi attori-detenuti al di fuori del carcere della Fortezza. È uno spettacolo curioso, circense, addirittura Felliniano per la sua bellezza mescolata al grottesco, in cui non c’è recitazione ma solo il gesto, il movimento, la postura, ripetutamente in un crescente vortice di movimenti concentrici, alla massima velocità, che ci porta nel mondo dei dervisci turchi ma in versione laica e colorata di rosso. Tutto questo gesticolamento estremamente fisico si svolge su uno spessissimo tappetto di sale bianco di Volterra, considerato il più puro d’Italia, simbolo della volontà di redenzione dei detenuti, che godono di una bramata libertà guadagnata attraverso il Teatro e la Cultura.

©Hélène Sadaune- Vista dall’ uscita del Teatro Le Tese, di una Venezia incantevole

http://www.compagniadellafortezza.org/new/

https://www.labiennale.org/it/teatro/2023

Pubblicato da Hélène Sadaune

Master II d'Histoire Moderne de la Sorbonne Paris IV, j'ai travaillé pendant plus de 20 ans pour la C.E. Résidente depuis plus de trente ans à Venise, guide conférencière à Paris et Venise, je suis une passionnée de la civilisation vénitienne et de cette ville hors-norme. Comptez sur moi pour vous tenir informé!

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