Il trionfo del tempo e del disinganno di Händel al Malibran

Photo ©Michele Crosera

Il trionfo del tempo e del disinganno di  Händel per la prima volta al Teatro Malibran di Venezia

Mai rappresentato prima a Venezia, Il trionfo del tempo e del disinganno di Georg Friedrich Händel approda finalmente sul palcoscenico del Teatro Malibran, nell’ambito della Stagione Lirica e Balletto 2022-2023. L’opera è andata in scena in un nuovo allestimento affidato per la parte musicale a uno specialista del repertorio quale è Andrea Marcon e con regia, scene, costumi, light design e coreografia dell’artista giapponese Saburo Teshigawara. Cinque le repliche in programma: il 25, 28, 30 maggio, 1 e 3 giugno 2023. Lo spettacolo va in scena con il supporto dell’Agency for Cultural Affairs, Government of Japan through the Japan Arts Council.

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Composto per la prima volta nel 1707 – Händel aveva appena ventidue anni – su libretto del cardinale Benedetto Pamphilj, è il primo lavoro oratoriale del compositore tedesco che si configura come una precisa allegoria con quattro protagonisti, Bellezza, Piacere, Tempo e Disinganno, una sorta di manifesto di austerità che porta l’eco della Controriforma. Bellezza (soprano) vive sotto l’incantesimo di Piacere (soprano) finché Tempo (tenore) e Disinganno (contralto) la convincono a imboccare una nuova via di pentimento e devota austerità. Composto di due parti, comprende alcune delle più belle arie händeliane (in particolare l’ammaliante «Lascia la spina»), passi virtuosistici per l’organo (destinati allo stesso Händel) e per il primo violino (parte scritta espressamente per Arcangelo Corelli, direttore della prima esecuzione). Il trionfo del tempo e del disinganno rimase per Händel una sorta di magazzino da cui attinse per altri lavori in non meno di trenta occasioni.

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«Il trionfo del tempo e del disinganno è attualmente uno dei titoli händeliani più eseguiti nella programmazione dei teatri d’opera – spiega il direttore d’orchestra Andrea Marcon. Il soggetto principale del racconto è il ‘viaggio’ spirituale della Bellezza. Tentata dai piaceri e dalle vanità della vita, e in questo ostacolata dal Tempo e dal Disinganno, deciderà alla fine di scegliere la via più casta e pura ma anche più estrema, quella della solitudine e della vita eremitica. Decisamente teatrale è invece la musica del giovane Händel, qualcosa di veramente inaudito e moderno per l’epoca. Musica di una bellezza struggente con linee melodiche profondamente ispirate e ricca a tratti anche di un virtuosismo trascendentale sia per i solisti vocali che per gli strumentisti dell’orchestra. Qualcosa di analogo in Italia e a Roma non si era ancora mai sentito».

 «Il punto iniziale, per me – a parlare è il regista e coreografo Saburo Teshigawara – è stato considerare che questo non sia un racconto, bensì poesia, molto significativa e altamente simbolica. Il libretto non tratta solo di emozioni ma si rivolge soprattutto all’umanità. Guarda alle figure ideali piuttosto che alle circostanze, che si rivelano contraddittorie per gli esseri umani. Si tratta di una lezione estremamente profonda, che richiede un forte gusto per la poesia, per il significato astratto. […] Per questo la scena è una cornice cubica, formata da quattro elementi. Tutto ruota attorno a questi elementi, che muoviamo in differenti angolazioni. È tutto molto semplice: quattro facce per quattro personaggi, quattro cantanti, quattro danzatori, un cubo ciascuno. I danzatori sono musica visibile, ritmo visibile. E non c’è necessità di tradurre le parole, non c’è nessun bisogno che i danzatori spieghino la storia a parole. Ai cantanti non è richiesto di danzare, non voglio disturbarli. L’impressione dominante sarà quella di bellezza e armonia».

Photo ©Michele Crosera

Il questo primo allestimento veneziano dell’opera händeliana, Bellezza è interpretata da Silvia Frigato; Piacere da Giuseppina Bridelli; Disinganno da Valeria Girardello; Tempo da Krystian Adam. In scena anche Saburo Teshigawara nella veste di danzatore, insieme ai ballerini Rihoko Sato, anche assistente alla regia e alla coreografia, Alexandre Ryabko e Javier Ara Sauco.

Fondazione Teatro La Fenice Il trionfo del Tempo e del Disinganno, Direttore Andrea Marcon Regia, scene e costumi Saburo Teshigawara, Photo ©Michele Crosera

www.teatrolafenice.it

 

Pubblicato da Hélène Sadaune

Master II d'Histoire Moderne de la Sorbonne Paris IV, j'ai travaillé pendant plus de 20 ans pour la C.E. Résidente depuis plus de trente ans à Venise, guide conférencière à Paris et Venise, je suis une passionnée de la civilisation vénitienne et de cette ville hors-norme. Comptez sur moi pour vous tenir informé!

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