La Symphonie fantastique di Berlioz e il Boléro di Ravel alla Fenice con Chaslin

Frédéric Chaslin ha diretto la Symphonie fantastique di Berlioz e il Boléro di Ravel al Teatro Fenice sabato 14 e domenica 15 maggio.  Il programma prevedeva due capolavori del repertorio francese, di cui Chaslin è interprete di riferimento. La prima di sabato 14 maggio è stata trasmessa in diretta radiofonica su Rai Radio3.

Quando, nel 1830, il ventisettenne Hector Berlioz (1803-1869) intraprese il progetto della sua nuova sinfonia, scelse di destreggiarsi tra atteggiamenti compositivi opposti: la reazione alla ‘tradizione’ e l’accademia sinfonica. Nacque così la Symphonie fantastique. Episode de la vie d’un artiste, una composizione che da una parte sembra voler chiudere i conti con il sinfonismo classico e beethoveniano, dall’altra apre chiaramente a nuove istanze che di lì a poco avrebbero portato a Mahler e Šostakovič.

Nel nuovo lavoro si riconoscono l’ammirazione per Beethoven e la volontà di sottrarsi al suo fascino prepotente. Costruita come una narrazione sinfonica in cinque movimenti, la partitura è sostenuta da una logica inedita: vi si riconosce un motivo tematico, l’idée-fixe, con funzione di ricordo. Non siamo ancora nella concezione più complessa del Leitmotiv, ma questa presenza costante, ossessiva e evocativa troverà nella costruzione ciclica di alcune partiture francesi e quindi nel poema sinfonico lisztiano e straussiano la sua più interessante e matura applicazione.

©Hélène Sadaune

Sia l’ossessiva ripetitività, sia la sua fantasmagorica orchestrazione, gli elementi che contraddistinguono in maniera più immediata il celeberrimo Boléro di Maurice Ravel,  sono caratteristiche non nuove nella storia della musica, ma che vengono in questo pezzo presentate insieme in modo esplosivo. Bisognerebbe tornare ad ascoltare il Boléro con orecchie vergini per comprendere quanto l’impudica associazione tra una semplice, quasi banale, frase melodica, una ritmica ossessiva, un’orchestrazione progressivamente crescente, così come la dinamica, debba essere suonata rivoluzionaria alle orecchie di quella signora che, assistendo alla prima del 1928, gridò all’indirizzo del compositore «è un pazzo!». Il pezzo, commissionato da Ida Rubinstein, debuttò in prima assoluta il 22 novembre 1928 all’Opéra di Parigi, con la coreografia di Bronislava Nijinska.

©Hélène Sadaune

www.teatrolafenice.it

Pubblicato da Hélène Sadaune

Master II d'Histoire Moderne de la Sorbonne Paris IV, j'ai travaillé pendant plus de 20 ans pour la C.E. Résidente depuis plus de trente ans à Venise, guide conférencière à Paris et Venise, je suis une passionnée de la civilisation vénitienne et de cette ville hors-norme. Comptez sur moi pour vous tenir informé!

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