Mostra “Marino Marini” al Peggy Guggenheim

Crédit photo: Hélène Sadaune

 

Nuova mostra al Peggy Guggenheim di Venezia “Marino Marini. Passioni visive” a cura di Flavio Fergonzi e Barbara Cinelli, con la collaborazione di Chiara Fabi, allestita negli spazi espositivi della Collezione Peggy Guggenheim dal 27 gennaio all’1 maggio 2018.

Crédit photo: Hélène Sadaune

La direttrice Karole Vail, nipote di Peggy Guggenheim, desidera ricordare con questa mostra quando Peggy espose L’angelo della città (1948) dell’artista pistoiese, oggi opera-simbolo della Collezione Peggy Guggenheim, nella Mostra di scultura contemporanea, curata e organizzata dalla stessa Peggy nel giardino di Palazzo Venier dei Leoni. Ad affiancare la direttrice Paolo Pedrazzini, presidente della Fondazione Marini, che non ha trattenuto l’entusiasmo per questo “ritorno” di Marino a Venezia.

Karole Vail, petite fille de Peggy et nouvelle directrice du Peggy Guggenheim de Venise

 

Tra i suoi ricordi c’è proprio quello del nonno Marino, insieme alla moglie Marina, in laguna. “Grazie a lui” ha detto Pedrazzini “noi nipoti abbiamo imparato l’arte con il cuore”. La parola è poi passata ai due curatori che hanno costruito una mostra impeccabile. “Si tratta di una mostra di pensiero, ragionamento e studio” ha esordito Flavio Fergonzi, Ordinario di Storia dell’Arte contemporanea alla Scuola Normale Superiore di Pisa “che ci ha permesso di riportare uno scultore di qualità altissima, quale Marino, nella storia dell’arte del ‘900”.

Crédit photo: Hélène Sadaune

Insieme a Barbara Cinelli, abbiamo cercato e studiato le sue “passioni visive”, l’arte con cui a lungo Marino si è confrontato, e abbiamo così cercato di ricostruire, con questa mostra, la giusta triangolazione tra lo sguardo del visitatore, le opere di Marino e quelle degli artisti con cui si è confrontato”. Barbara Cinelli, Professore Associato all’Università di Roma Tre, ha poi parlato di “seduzione visiva” in merito a ciò che emerge dal percorso espositivo “si tratta di spazi e luci molto diversi rispetto agli ambienti di Palazzo Fabroni, a Pistoia, dove la mostra è stata precedentemente ospita. Con questa esposizione abbiamo cercato di raccontare quella storia italiana, che Marino ha attraversato, cogliendone gli innumerevoli riferimenti da tessere insieme”.

Crédit photo Hélène Sadaune

L’intimità degli ambienti espositivi della Collezione Peggy Guggenheim consente una inedita lettura di più di cinquanta sculture di Marino Marini e di venti opere, dall’antichità al ‘900, con cui la scultura di Marino si è confrontata. In questo modo viene privilegiato un dialogo tra le sue sculture e quelle della tradizione plastica cui l’artista ha fatto riferimento. Sono i grandi modelli della scultura del ‘900 con cui Marino entrò in dialogo, e, soprattutto, alcuni importanti esempi di scultura dei secoli passati, un’arte mai esposta prima nelle sale di Palazzo Venier dei Leoni: dall’antichità egizia a quella greco-arcaica ed etrusca, dalla scultura medievale a quella del Rinascimento e dell’Ottocento. Un simile dialogo offre un nuovo punto di vista, intorno ai temi affrontati dallo scultore, travalicando le gabbie della cronologia, degli stili e delle periodizzazioni.

Crédit photo: Hélène Sadaune

http://www.guggenheim-venice.it/default.html

 

Pubblicato da Hélène Sadaune

Master II d'Histoire Moderne de la Sorbonne Paris IV, j'ai travaillé pendant plus de 20 ans pour la C.E. Résidente depuis plus de trente ans à Venise, guide conférencière à Paris et Venise, je suis une passionnée de la civilisation vénitienne et de cette ville hors-norme. Comptez sur moi pour vous tenir informé!

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