Orfeo ed Euridice al Teatro La Fenice

©Michele Crosera

Orfeo ed Euridice di Gluck al Teatro La Fenice

Titolo cruciale nella storia dell’opera, Orfeo ed Euridice di Christoph Willibald Gluck va in scena al Teatro La Fenice, a ventott’anni dall’ultima rappresentazione veneziana. L’azione teatrale in tre atti, su libretto di Ranieri de’ Calzabigi, considerata una rivoluzionaria pietra miliare nella ‘riforma del melodramma’, sarà presentata in un nuovo allestimento affidato a due grandi maestri del teatro musicale italiano: Pier Luigi Pizzi per regia, scene e costumi e il maestro Ottavio Dantone, che al cembalo dirigerò l’orchestra ed il coro del Teatro La Fenice. Il mezzosoprano Cecilia Molinari interpreterà il ruolo di Orfeo, il soprano Mary Bevan quello di Euridice mentre Amore sarà cantato dal soprano Silvia Frigato. Maestro del Coro Alfonso Caiani. Cinque le recite in programma: il 28, 30 aprile, 2, 4 e 6 maggio 2023.

Composta intorno al mito di Orfeo come ‘azione teatrale’ per musica, con cori e danze, Orfeo ed Euridice fu rappresentata per la prima volta al Burgtheater di Vienna il 5 ottobre 1762. Dodici anni dopo la prima, Gluck rimaneggiò l’opera per adeguarla agli usi musicali di Parigi, dove, il 2 agosto 1774, al Palais-Royal, andò in scena Orphée et Euridice, con libretto tradotto in francese, ampliato da Pierre Louis Moline, e con una orchestrazione notevolmente modificata, commisurata ai più ampi organici dell’Opéra e molte parti completamente riscritte, imprestiti da opere precedenti e un più largo spazio dato alle danze.

©Michele Crosera

«È proprio con Orfeo ed Euridice che il musicista tedesco inizia il suo percorso di ripensamento dell’opera – ha spiegato il regista, scenografo e costumista Pier Luigi Pizzi – con la celebre riforma. La rinuncia a ciò che poteva rappresentare il teatro barocco in tutta la sua fantasia ridondante, la volontà di asciugare, di trasformare certe esuberanze entrate ormai nella consuetudine, attraverso il virtuosismo dei cantanti, il criterio di limitare l’eccesso di spettacolarità per arrivare a una armonica equilibrata semplicità, corrisponde esattamente alla mia ricerca di una rinnovata espressione stilistica. Per queste ragioni ho affrontato quest’opera con particolare impegno, perché è in linea coerente con la mia attuale maniera di far teatro, un tipo di teatro etico, che tende all’essenziale, evitando lo spreco di qualsiasi forma di narcisistico esibizionismo. Ripensando Orfeo ed Euridice oggi, per la prima volta in veste di regista, rivolgo un’attenzione particolare a quello che l’opera mi suggerisce. Percepisco in essa il senso della giovinezza crudelmente ferita, dell’amore dilaniato, dell’aspirazione a riavere l’amato bene rubato ingiustamente. Seguo Orfeo nel suo viaggio iniziatico, creo attorno a lui spazi ideali, cipressi boekliniani nel cimitero dove si piange Euridice, fiamme ostili nell’Ade pagano, e quel “puro ciel” degli spiriti beati».

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A proposito dell’‘attualità dell’opera, ci dice il direttore d’orchestra Ottavio Dantone: «La civiltà di oggi è l’unica della storia a consumare con regolarità l’arte del passato. Nel Settecento nessuno avrebbe mai ascoltato Monteverdi, nell’Ottocento nessuno ascoltava Vivaldi. Oggi amiamo e apprezziamo opere di Handel, Gluck, Rossini, Verdi. Il problema di proporre queste partiture è piuttosto riuscire a tradurre il significato e l’emozione che l’autore aveva in mente. Questa capacità è strettamente legata alla conoscenza e consapevolezza estetica dell’interprete. Se si riesce attraverso lo studio e la ricerca a comprendere il linguaggio di duecento, trecento, quattrocento anni fa, se ci si avvicina il più possibile al cuore e alla mente di chi ha creato questa musica, si scoprirà che le emozioni e la loro portata non sono cambiate nel tempo. E con questa cognizione indispensabile, il messaggio non può che arrivare, inalterato, efficace e potente».

Uno splendido nuovo allestimento del maestro Pier Luigi Pizzi che mette in valore i cantanti lirici nella loro maestosa esecuzione.

©Michele Crosera

www.teatrolafenice.it

Pubblicato da Hélène Sadaune

Master II d'Histoire Moderne de la Sorbonne Paris IV, j'ai travaillé pendant plus de 20 ans pour la C.E. Résidente depuis plus de trente ans à Venise, guide conférencière à Paris et Venise, je suis une passionnée de la civilisation vénitienne et de cette ville hors-norme. Comptez sur moi pour vous tenir informé!

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