Prima assoluta “Le baruffe” di Battistelli alla Fenice

©TeatroLaFenice

Prima assoluta al Teatro La Fenice Le baruffe di Giorgio BattistelliL’opera commissionata dalla Fondazione Teatro La Fenice, tratta da Goldoni, festeggia i sessant’anni di Marsilio editori. 

Con una diretta streaming sul canale YouTube del Teatro La Fenice e sulle home page di corriere.it, corriereveneto.it e gazzettino.it, debutta in prima assoluta Le baruffe, la nuova opera di Giorgio Battistelli – una prima rappresentazione assoluta commissionata dalla Fondazione Teatro La Fenice – che è stata in scena nell’ambito della Stagione Lirica e Balletto da martedì 22 febbraio 2022 per cinque repliche fino a venerdì 4 marzo 2022.

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Lo streaming dello spettacolo, realizzato con la regia video dello stesso regista della nuova produzione lirica, Damiano Michieletto, rimarrà disponibile online gratuitamente fino a lunedì 28 febbraio. Nata dalla lunga e consolidata collaborazione tra Teatro La Fenice e Marsilio Editori, la nuova produzione, ideata per celebrare i sessant’anni della storica casa editrice, è stata resa possibile anche grazie anche al supporto di Regione del Veneto e alla partnership di V-A-C Foundation.

Liberamente tratta dalla commedia veneziana Le baruffe chiozzotte di Carlo Goldoni  del 1762, su libretto di Damiano Michieletto e dello stesso Battistelli, l’opera che vede protagonisti i pescatori del borgo lagunare di Chioggia segna il ritorno in Fenice di Giorgio Battistelli – Leone d’oro alla carriera alla Biennale Musica 2022 e già vincitore del Premio Abbiati 2018 per Richard III allestito alla Fenice e del regista Damiano Michieletto, che si è avvalso della collaborazione del collaudato staff creativo composto da Paolo Fantin per le scene, Carla Teti per i costumi, Alessandro Carletti per il light design e con Thomas Wilhelm per i movimenti coreografici.

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Enrico Calesso è alla testa di Orchestra e Coro del Teatro La Fenice con un cast composto per i ruoli principali da Alessandro Luongo nel ruolo di padron Toni; Valeria Girardello in quello di madonna Pasqua; Francesca Sorteni (Lucietta); Enrico Casari (Titta-Nane); Marcello Nardis (Beppo); Rocco Cavalluzzi (padron Fortunato); Loriana Castellano (madonna Libera); Francesca Lombardi Mazzulli (Orsetta); Silvia Frigato (Checca); Pietro Di Bianco (padron Vicenzo); Leonardo Cortellazzi (Toffolo) e Federico Longhi (Isidoro). Nei ruoli del comandador e di Canocchia, rispettivamente Emanuele Pedrini e Safa Korkmaz. Maestro del Coro Alfonso Caiani.

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«Abbiamo voluto stilare una dedica ideale alla Marsilio per i sessant’anni dalla sua fondazione – ha dichiarato il compositore Giorgio Battistelli – una casa editrice che si è sempre battuta in prima linea per Goldoni, e che pubblica l’Edizione nazionale delle sue opere.  Lo stimolo me lo ha dato Ortombina: c’è Marsilio da una parte, c’è il nostro teatro, c’è Venezia, tutti insieme vogliamo festeggiare Marsilio, puntando su Goldoni. Sono partito dall’idea di creare un affresco, perché volevo fare qualcosa che riguardasse il territorio nel suo aspetto collettivo. Le baruffe chiozzotte era il testo più idoneo, il più simbolico, quello che davvero rappresenta una parte importante del teatro goldoniano, e soprattutto fra i più significativi se collegato a un luogo e alla sua voce».

 «Si tratta di un adattamento del testo originale – ha commentato Damiamo Michieletto, coautore del libretto, regista dello spettacolo e della diretta video– cui è stato aggiunto un prologo ex novo, che potrebbe essere una specie di rap, o una cantilena dove vengono elencati i termini più tecnici presenti in Goldoni, i pesci, la frutta, i venti… Tutti gli elementi cioè che rendono caratteristico quel testo. C’è un’inquietudine di fondo, perché la lettura che abbiamo voluto dare di queste Baruffe non è quella tipica di una commedia: ci troviamo di fronte a un’umanità povera, e nel colore di fondo si annida una certa drammaticità. L’obiettivo che ci siamo posti è stato quello di non costringere Goldoni in una sintesi estrema, come succede spesso nei libretti d’opera che partono da testi teatrali, dove c’è il rischio fondato di perdere la naturalezza e la freschezza dell’originale. In questo caso, visto che siamo in presenza di una lingua così particolare, inventata da Goldoni, la cui musicalità è già insita nella scrittura, la sfida è stata provare a ‘mettere in musica’, per così dire, quella musicalità già presente».

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«La scelta di mantenere il dialetto chioggiotto – ha spiegato il direttore d’orchestra Enrico Calesso – come nell’originale goldoniano, oltre ad assumere un ovvio significato drammaturgico, determina la struttura musicale. In tal senso, il dialetto riveste una funzione non più mimetica, ma espressiva e talora espressionistica che si riverbera nella struttura delle scene. La miscela drammaturgica di distensione e tensione, pausa e concitazione, resa espressivamente dalla coloritura dialettale comporta una struttura drammaturgica e musicale caratterizzata da estrema variabilità e immediatezza espressiva».

Lo spettacolo è proposto in chioggiotto con sopratitoli in italiano e in inglese. Cinque recite in programma al Teatro La Fenice: dal  22 febbraio al venerdì 4 marzo.  Le prossime: mercoledì 2 marzo 2022 e venerdì 4 marzo 2022 alle 19.00 . La prima di martedì 22 febbraio 2022 è stata trasmessa in diretta radiofonica su Rai Radio3.

©Giorgio Battistelli

www.teatrolafenice.it

Pubblicato da Hélène Sadaune

Master II d'Histoire Moderne de la Sorbonne Paris IV, j'ai travaillé pendant plus de 20 ans pour la C.E. Résidente depuis plus de trente ans à Venise, guide conférencière à Paris et Venise, je suis une passionnée de la civilisation vénitienne et de cette ville hors-norme. Comptez sur moi pour vous tenir informé!

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