Rinaldo di Händel al Teatro La Fenice

©Teatro La Fenice

La Fenice omaggia Pier Luigi Pizzi proponendo lo storico allestimento di Rinaldo di Georg Friedrich Händel, ideato dall’artista nel 1985 per il Teatro Municipale di Reggio Emilia e ricostruito grazie alla collaborazione del Teatro veneziano con l’Opera di Firenze. Tra le pagine più rappresentative e ‘spettacolari’ dell’opera barocca settecentesca, Rinaldo è stato in scena con la direzione musicale di Federico Maria Sardelli, uno specialista e una figura di riferimento per questo repertorio, e con un cast che prevede per i ruoli principali Teresa Iervolino, Francesca Aspromonte, Maria Laura Iacobellis, Andrea Patucelli e Leonardo Cortellazzi. In scena al Teatro La Fenice a trentadue anni dall’ultima rappresentazione, il 31 agosto, 2 e 4 settembre 2021.

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Dramma per musica in tre atti su libretto di Giacomo Rossi, liberamente tratto dalla Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, Rinaldo è la prima opera composta da Georg Friedrich Händel (1685-1759) per il pubblico londinese – debuttò al Queen’s Theatre il 24 febbraio 1711 – e anche il primo melodramma in italiano realizzato per un teatro inglese. A commissionarlo al compositore fu Aaron Hill, direttore del Teatro di Haymarket, che volle costruire un’operazione altamente spettacolare, con una messinscena curata nei minimi particolari e cantanti di punta. La vicenda, scelta su indicazione dello stesso Hill, tratta la fonte letteraria con grande libertà: l’azione si svolge fuori dalle mura di Gerusalemme, durante l’assedio posto alla città dai crociati di Goffredo, e ne sono protagonisti Almirena, figlia di Goffredo, innamorata di Rinaldo; Rinaldo, l’eroe classico – anche se riletto in chiave piuttosto originale – chiamato a risolvere il conflitto tra le inclinazioni personali e l’onore militare; e Armida, la prima di una serie di celebri maghe handeliane, che poco però ha a che vedere con la furia passionale del personaggio tassiano: la trama, come in ogni opera barocca, è più che altro un pretesto per dispiegare sulla scena effetti scenici meravigliosi e artifici spettacolari.

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«Stiamo parlando di uno spettacolo nato trentasei anni fa a Reggio Emilia – racconta Pier Luigi Pizziun’operazione elaborata partendo dalle due diverse edizioni, del 1711 e del 1730. Si tratta di un vero arrangiamento da me operato con qualche taglio nei recitativi, qualche spostamento e l’eliminazione del personaggio di Eustazio. La produzione ha fatto il giro del mondo. Questa rappresentazione deriva da un mio personale processo di analisi dell’opera barocca, iniziato con la regia dell’Orlando furioso di Vivaldi al Teatro Filarmonico di Verona nel 1978 […]. Avevo capito che a fronte di libretti generalmente convenzionali e poco stimolanti dal punto di vista drammaturgico, la forza era tutta nella musica, una sorta di motore per creare immagini. Da qui la decisione di proporre un teatro figurativo strettamente legato alla musica, un teatro della meraviglia, da sempre mirato a suscitare stupore».

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Dal punto di vista musicale, Händel con il suo Rinaldo colpisce per la grande varietà della sua musica, pur essendo evidente l’uso di numerosi auto-imprestiti: il musicista attinse infatti ampiamente alla musica scritta durante gli anni del suo recente soggiorno italiano. Alcune arie del Rinaldo sono tratte dalla serenata Aci, Galatea e Polifemo, scritta a Napoli nel 1708; dall’oratorio Il trionfo del tempo e del disinganno; e anche dall’opera Agrippina, rappresentata a Venezia nel carnevale del 1710: nessuno dei brani riutilizzati era noto al pubblico di Londra. Il successo dell’operazione fu immediato e indiscusso: l’opera ebbe quindici rappresentazioni e negli anni seguenti sbaragliò la concorrenza di ogni altro titolo in cartellone.

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«È la prima opera scritta da Händel in Inghilterra – spiega il maestro Federico Maria Sardelli – ma si può dire che sia ancora profondamente italiana. È l’Händel prorompente, giovanile, esuberante dei suoi anni veneziani, romani e napoletani. Quindi tutto quello che aveva inventato a Venezia, Roma e Napoli ricompare a Londra. La prova di questo sta nella moltitudine di travasi da lavori composti in Italia in precedenza. Rispetto alle opere che si sentivano abitualmente in Germania o in Inghilterra, va messa in evidenza l’immensa apertura della tavolozza cromatica dei timbri strumentali. È proprio un gioco di timbri strumentali: gli oboi e i fagotti sono usati spesso in forma concertante, il violino principale gareggia con il fagotto in soli virtuosistici, il clavicembalo chiude il secondo atto da protagonista con un’aria che suonava Händel stesso con cadenze interminabili; vi sono i flauti dolci e un flautino piccolo che primeggia nell’aria “Augelletti”; infine le trombe marziali, due nel primo atto e addirittura quattro nel terzo. Insomma: è una festa dei colori strumentali».

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Nel cast del nuovo allestimento feniceo figurano Leonardo Cortellazzi nel ruolo del generale Goffredo; Francesca Aspromonte in quello di Almirena, sua figlia, promessa sposa di Rinaldo; Teresa Iervolino nel ruolo eponimo di Rinaldo; Andrea Patucelli in quello di Argante, re di Gerusalemme; e Maria Laura Iacobellis in quello della maga Armida. Completano il cast Tommaso Barea nelle vesti del mago cristiano; Valentina Corò e Marilena Ruta in quelle delle donne e delle sirene; e Li Shuxin in quelle dell’araldo. Light designer e collaboratore alla regia Massimo Gasparon. Continuo eseguito da Francesco Ferrarini al violoncello, Giulia Nuti al cembalo e Simone Vallerotonda alla tiorba.

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Pubblicato da Hélène Sadaune

Master II d'Histoire Moderne de la Sorbonne Paris IV, j'ai travaillé pendant plus de 20 ans pour la C.E. Résidente depuis plus de trente ans à Venise, guide conférencière à Paris et Venise, je suis une passionnée de la civilisation vénitienne et de cette ville hors-norme. Comptez sur moi pour vous tenir informé!

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