“Spettri” di Ibsen al Teatro Goldoni

Spettri rappresenta uno dei drammi più significativi di Henrik Ibsen, considerato un dramma borghese. Come nei grandi miti della tragedia greca, qui si mescolano incesto, follia, verità terribili nascoste per anni, il tutto ambientato in una cupa campagna norvegese, specchio dell’anima dei personaggi. In un luogo in cui il sole e il calore arrivano troppo tardi, inutilmente. Ibsen svela con realismo l’ipocrisia della morale borghese, fondata sul perbenismo e sulla religiosità di facciata.

Helene Alving, ricca vedova, rievoca col Pastore Manders la vera e nefanda personalità del marito alla memoria del quale sarà dedicato l’asilo che si sta per inaugurare. Era in gioventù fuggita dal marito per rifugiarsi tra le braccia del pastore che amava, ma l’aveva respinta. Osvald Alving, il figlio, che ignora le terribili verità del passato, è appena tornato da Parigi, dove ha scoperto di essere gravemente malato. La madre, che finora gli aveva nascosto il passato, finalmente gli rivela che egli ha ereditato la sifilide dalle dissolutezze del padre. Apprende che Regine Engstrand, la giovane cameriera della quale è innamorato, è in realtà sua sorellastra, frutto di una relazione del padre con la precedente cameriera.   Regine, dopo aver scoperto di essere la sua sorellastra, abbandona Osvald e accetta di andare a lavorare nel bordello di suo patrigno. Osvald  fa promettere alla madre, qualora fosse colto da un’altra crisi, di somministrargli una dose letale di morfina. Mentre Helene Alving resta a custodire le falsità della vita borghese che incarna e tenta di riscattare il passato con un asilo, che va a fuoco, emblematicamente, perché gli spettri del passato riemergono continuamente del passato.

La storia si sviluppa intorno a Helene, splendidamente interpretata da Andrea Jonasson e suo figlio Osvald, ovvero Gianluca Merolli, portando a galla vecchi problemi di famiglia. “La verità è la cosa più difficile da rivelare” dice il regista Rimas Tuminas e in questa produzione è ben rappresentato il disvelamento di pesanti segreti familiari.

“I “fantasmi” sono illusioni che le persone costruiscono a partire dalle proprie debolezze, glorifichiamo le nostre paure e lodiamo le effigia dei nostri carnefici. I “fantasmi” sono le menzogne che adottiamo e che trasmettiamo ai nostri figli. Questo spettacolo è una storia di liberazione dai fantasmi che ci inseguono” dice il regista.

Le illusioni collassano, crudeli verità vengono rivelate e l’immagine della famiglia ideale si frantuma rivelando ciascun membro per l’individuo libero qual è. Riconquistare la propria indipendenza attraverso il superamento delle illusioni diventa l’unica strada possibile verso la libertà.

Questa nuova versione del capolavoro di Ibsen è stata adattata da Fausto Paravidino e diretta da Rimas Tuminas. È interpretata con intensità da Andrea Jonasson e la sua équipe. Ne riprende fedelmente la storia ambientandola anni dopo, in una sorta di sequel, aggiungendo una nuova cornice al racconto che si va a sommare al racconto stesso, in un gioco continuo di scatole cinese di cui il contenuto diventa sempre più crudele.

  • di: Henrik Ibsen
  • versione italiana e adattamento: Fausto Paravidino
  • regia: Rimas Tuminas
  • scene e costumi: Adomas Jacovskis
  • musica: Faustas Latènas, Giedrius Puskunigis, Jean Sibelius, Georges Bizet
  • disegno luci: Fiammetta Baldiserri
  • con: Andrea Jonasson
  • e con: Gianluca Merolli, Fabio Sartor, Giancarlo Previati, Eleonora Panizzo
  • direttore dell’allestimento: Ottorino Neri
  • direttore di scena: Antonio Verde
  • fonico: Andrea Bisaccioni
  • realizzazione scene: Tecnoscena
  • realizzazione costumi: Atelier Nicolao srl
  • foto: Serena Pea
©Hélène Sadaune

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Pubblicato da Hélène Sadaune

Master II d'Histoire Moderne de la Sorbonne Paris IV, j'ai travaillé pendant plus de 20 ans pour la C.E. Résidente depuis plus de trente ans à Venise, guide conférencière à Paris et Venise, je suis une passionnée de la civilisation vénitienne et de cette ville hors-norme. Comptez sur moi pour vous tenir informé!

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