“Le pietre di Venezia” di John Ruskin al Palazzo Ducale

Acquarella di John Ruskin. “Le pietre di Venezia” Palazzo Ducale

Una scoperta di Venezia stone by stone, con un grande amore per le crepe, per le macchie, per quella città in molte parti fatiscente che si presentava ai suoi occhi fra la prima e la seconda metà dell’Ottocento. Venezia doveva fare i conti con l’opera di John Ruskin (1819-1900) che la visitò ben 11 volte e che fu la voce più forte, in quegli anni, a lanciare un grido di allarme per il suo stato di conservazione. A distanza di tanto tempo, l’artista inglese torna finalmente a Venezia, questa volta con una grande mostra che ha portato nella città da lui tanto amata un centinaio di opere provenienti tutte da prestiti internazionali in quanto i musei italiani non custodiscono suoi lavori.

Mostra “Le pietre di Venezia” di John Ruskin al Palazzo Ducale di Venezia

 

Il focus si apre – nella complessità di tematiche che contraddistingue il genio di Ruskin – sulle opere che traducono in immagini la realtà, fissandola su migliaia di fogli a penna o ad acquarello. E’ questo uno dei suoi approcci per comprendere il mondo, ciò che vede, che ammira, che ama. Affascinato dalla natura durante il suo viaggio in Italia, fascino che si traduce in una serie di acquarelli sui temi della montagna e dei paesaggi italiani. Fascino che diventa quasi stordimento quando si trova di fronte a Venezia. La visita per la prima volta a 16 anni, ci tornerà altre 10 volte tra il 1835 e il 1888.

Mostra “Le pietre di Venezia” di John Ruskin al Palazzo Ducale di Venezia

Ecco allora che, di volta in volta, ferma sul foglio il particolare di un capitello, lo scorcio di un canale, un angolo della basilica di San Marco, un’immagine della piazza, una finestra gotica, stile quest’ultimo la cui bellezza Ruskin contribuirà a sdoganare e celebrare.

Mostra “Le pietre di Venezia” di John Ruskin al Palazzo Ducale di Venezia

 

In mostra, negli Appartamenti del Doge di Palazzo Ducale (che lui tanto aveva frequentato e studiato), straordinari e preziosi acquarelli, strepitose, a volte minuscole opere di pura poesia che l’indovinato allestimento di Pier Luigi Pizzi racchiude ognuna in una quinta teatrale con luce propria.

Bellissimi questi acquarelli che l’artista (considerato da Anna Ottani Cavina – che ha curato il catalogo – il più grande acquarellista dell’età vittoriana) realizzava non per il mercato ma per motivi di lavoro e di studio. Testo di riferimento “The stone of Venice” (1851-1853) cui si aggiungono le tavole in folio degli “Examples of the Architecture of Venice” pubblicate negli stessi anni. Ma anche una selezione dei Venetian Notebooks, manoscritti e schizzi di Ruskin per The stone of Venice, oltre a dagherrotipi, foto storiche, dipinti dei grandi pittori del Cinquecento veneziano a confronto con gli studi che l’artista inglese aveva tratto da essi. In più, tre bellissime raffigurazioni della città lagunare firmate William Turner (1775-1851), il “pittore della luce” tanto ammirato e stimato da John Ruskin.

Mostra “Le pietre di Venezia” di John Ruskin al Palazzo Ducale di Venezia

Ma, se la pittura di Turner sublimava i suoi sguardi veneziani, quella di Ruskin era più descrittiva, analitica e aderente alla realtà. Dava il quadro di una Venezia “da cantare e da salvare”. Monito, oggi, quanto mai attuale.

La mostra JOHN RUSKIN. LE PIETRE DI VENEZIA sarà aperta a Palazzo Ducale fino al 10 giugno.

Mostra “Le pietre di Venezia” Palazzo Ducale                            Autoportrait de John Ruskin

 

www.palazzoducale.visitmuve.it/ruskin

Pubblicato da Cristina Campolonghi

Cristina Campolonghi, laureata in Lettere, giornalista professionista prima al quotidiano Il Gazzettino di Venezia poi alla redazione veneta della Rai. Collabora con riviste, siti web, uffici stampa. Cronista attenta ai diversi aspetti della sua città e della sua regione: cultura, società, costume, turismo, ambiente

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